Possiamo solo immaginare. Sì, ci è permesso solo vagamente ipotizzare la sorpresa degli ufficiali di reclutamento nel 1915 nel vedersi arrivare un ultraottantenne, nel caso italiano, o comunque uno che gli ottanta li stava per raggiungere, nel caso austriaco. Attraverso due fotografie dal valore simbolico e storico sensazionale, vi racconteremo in breve la storia di Giovanni Tamiotti e Gaspar Wallnöfer, i due volontari più anziani della Prima Guerra Mondiale.
Partiamo dal secondo. Pensate, nasce nel 1837-38 (sulla data esatta c’è discordanza tra le fonti) e all’età di circa 10 anni conquista la sua prima medaglia, la Tapferkeitsmedaille per il coraggio dimostrato in battaglia. Quale battaglia? Prima Guerra d’Indipendenza Italiana (1848-49), vinta tra l’altro dall’esercito asburgico, la quale vittoria permise la restaurazione del potere austriaco nel Lombardo-Veneto.
Gaspar Wallnöfer riuscì a fare anche il bis di medaglie per il coraggio e il valore, conquistandone un’altra durante la Terza Guerra d’Indipendenza Italiana, combattuta nel 1866. Il soldato, facente parte di una compagnia di Kaiserjäger (cacciatori imperiali, fanteria), si impossessò con le sue sole forze di un cannone italiano durante gli eventi di Custoza. Gli anni passarono veloci e allo scoppio delle ostilità con l’eterno nemico italiano, nel 1915, il veterano Wallnöfer si offrì volontario, entrando nelle fila dei fucilieri tirolesi, alla straordinaria età di 79 anni. Purtroppo di lui si son perse le tracce dopo l’arruolamento.
Ancor più sensazionale, e non per amor patriottico, è la storia di Giovanni Tamiotti. Talmente assurda da essere raccontata dai giornali italiani proprio nel 1915, allo scoppio della guerra. Perché Tamiotti fu il volontario più anziano a prestare servizio nel Regio Esercito, alla veneranda età di 84 anni. Egli nacque in provincia di Vercelli, in quella terra che neppure si chiamava Italia, bensì Regno di Sardegna, il 9 luglio 1831. Da giovane, per esigenze lavorative, andò in Francia, ma anche lui allo scoppio della Prima Guerra d’Indipendenza si fece trovare pronto.
Terminata l’esperienza bellica, se ne tornò al di là delle Alpi, nella città di Nevers (dove tra l’altro vivono ancora i suoi eredi). Ma il richiamo di casa fu irresistibile. L’ex soldato della Brigata “Aosta” comprò casa a Balmuccia, dove visse commerciando legna fino al 1915. Chissà cosa gli scattò per la testa nel sapere che la sua amata Italia entrava in guerra contro gli austriaci, ancora una volta. Fatto sta, che in quell’anno si fece 15 km a piedi per raggiungere Varallo. Da qui prese un treno per Novara; si arruolò come volontario nel 23° Reggimento della Brigata “Como”. Per 6 mesi fu di stanza a Cortina.
Qualcuno, infine, si rese conto dell’insostenibilità della situazione e congedò con onore il nostro Giovanni Tamiotti. All’età di 85 anni l’anziano originario di Rossa (Vercelli) passò a miglior vita, forse per un infarto, il 17 giugno 1916. Non si è mai vecchi per fare ciò che si desidera, Giovanni Tamiotti e Gaspar Wallnöfer insegnano.