Studiando la storia è impossibile non imbattersi in una delle protagoniste più tragiche e crude della morte di moltissime persone: la peste. La malattia ebbe le più diverse sfaccettature ed i più disparati nomi. Fra quella bubbonica e quella polmonare, o altre forme della malattia, c’erano importanti differenze, ma un’unica certezza, la morte di moltissime persone.
Altrettanto vecchia e conosciuta è l’importanza data, soprattutto dai cristiani, alla degna sepoltura. Ora però la Serenissima aveva un grande problema che molte altre città non dovettero affrontare: la mancanza di spazi. Non si poteva facilmente seppellire un cadavere in una laguna, immaginate quanto fosse difficile quando si trattava di decine di migliaia di individui.
La prima epidemia, partita da Messina nel 1347, arrivò l’anno seguente nella palude veneta. 40.000 persone morirono in seguito a quest’ondata. La successiva colpì dopo circa 80 anni, e la popolazione era ancora in lenta ripresa dal precedente trauma. Purtroppo non finì qui. Fra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo ci furono altre temibili ondate ed altre centinaia di migliaia di morti.
Di fronte a tali numeri così elevati ed al succitato problema della mancanza di spazi per le sepolture, non è difficile immaginare che molti, messi alle strette, seppellivano i propri cari alla buona. Fu in luce di ciò che pochi anni fa, da alcuni scavi di fronte alla Basilica di San Marco, emersero due teschi ed altri resti umani.
In realtà ci furono dei tentavi di risoluzione del problema. Durante l’ondata di peste del 1423 fu costruito infatti, nella vicina isola di Santa Maria di Nazareth, il primo lazzaretto della laguna. Proprio qui, in altri recenti scavi, sono emersi migliaia di resti umani riconducibili proprio al XV secolo.
Ma la soluzione principale fu più macabra. Nel XVII secolo in particolare molti seppellirono le migliaia di morti di peste nei campi cittadini, vicini a chiese e luoghi larghi. Qui si può notare infatti una pavimentazione più elevata. E se pensate allora che i canali siano più sicuri vi sbagliate. Molte ossa giacciono anche in questi, a causa della lenta erosione del suolo. Se vi capita di passeggiare o navigare per Venezia, ricordatevi questa chicca, ma non pensateci troppo, ormai è passato.