Per più di 1.000 anni un’antica città Maya è rimasta nascosta nella fitta giungla della riserva ecologica di Balamku, situata in Messico, precisamente nella penisola dello Yucatán. La squadra di archeologi protagonista di questa sensazionale scoperta lavorava sul caso da diverso tempo e finalmente, dopo mesi di controlli incrociati, studi ed ipotesi, ha potuto comunicare al mondo quanto rinvenuto.
La città della cultura Maya in questione prende il nome di Ocomtún. L’intero panorama scientifico era (parzialmente) ignaro di questo antico centro perduto. Il motivo? La sua locazione. I resti di Ocomtún si trovano in una zona difficilmente raggiungibile. Un luogo in cui la flora e la fauna rendono complicato, per non dire proibitivo, qualunque tipo di spostamento.
Tuttavia l’archeologo Ivan Šprajc, assieme al suo team, ha condotto un lavoro certosino, confrontando le riprese aeree della zona d’interesse con inedite documentazioni risalenti al periodo della civiltà Maya. Da tale confronto è spuntato fuori un dato interessante: la presenza di una città che mai prima d’ora era stata segnata sulle mappe.
Così il dr. Šprajc e i suoi hanno iniziato a cercare da maggio al giugno del 2023. Vista la conclamata importanza della ricerca, con finanziamenti, concessioni e mezzi, ha contribuito anche il Ministero della Cultura messicano. Ulteriori scansioni laser hanno confermato come nella zona indicata dagli archeologi vi fossero diverse costruzioni di origine preispanica.
Raggiungere la città Maya di Ocomtún è stato complicatissimo, ma alla fine si è giunti alla meta constatando l’incredibile valore della scoperta. Ad oggi, si può affermare come il sito monumentale si estenda per circa 50 ettari e come includa, all’interno di questo perimetro, 15 strutture di forma piramidale, non più alte di 15 metri. Nel sito i ricercatori hanno rinvenuto ceramiche di diversa datazione. Esse riferiscono sulla centralità che il centro urbano ha detenuto nel periodo classico, ovvero dal 250 al 1.000 d.C.
Oltre alle strutture, la scoperta ha permesso agli archeologi di individuare tre grandi aree aperte, antiche piazze sedi del potere regionale. Intatte sono le strade costruite tempo addietro dagli antichi Maya. Tutto ciò è solo la punta dell’iceberg, perché ulteriori ricerche dovranno stabilire la reale entità della scoperta, già oggi impressionante.