Componente essenziale per il funzionamento della società spartana ma al contempo discriminati da tutte le altre classi sociali. Primi per popolazione, ultimi per diritti. Talvolta furono il braccio armato prevalente nel sistema bellico spartano, eppure a loro non fu mai riconosciuto alcun onore militare. Erano sì schiavi, ma non come tutti gli altri presenti nella zona dell’Egeo. Si chiamavano Iloti, questa è la loro storia.
Sull’origine della classe sociale maggioritaria in quel di Sparta non si sa molto, anzi, le informazioni in tal senso sono frammentarie, talvolta in contrasto. Secondo il geografo greco Pausania gli Iloti erano originari della città di Helos, caduta di fronte all’avanzata di Sparta nella regione di Laconia tra l’VIII e il VII secolo. Stando ad altre ipotesi, gli schiavi di Sparta sarebbero in realtà i liberi abitanti originari della suddetta Laconia, sottomessi solamente in seguito.
Nella gerarchia sociale spartana, gli Iloti erano l’ultimo gradino della piramide. Preceduti dai Perieci, persone libere ma non cittadini di Sparta, e infine dagli Spartiati, gli unici a detenere i pieni diritti. Gli Iloti, come anticipato, si differenziavano da tutti gli altri tipi di “schiavo” presenti nella Grecia antica. Facendo un paragone con “l’amata” Atene, qui essere schiavo significava non potersi aggregare in comunità e fare famiglia. A Sparta gli Iloti potevano.
Le principali mansioni svolte erano di tipo agricolo–produttivo. Parliamo di una classe prevalentemente contadina, la quale sostituiva tutti quei Spartiati che, per diritto di nascita, dovevano aver cura delle preparazioni militari e non avevano tempo per occuparsi anche dei campi. Inoltre è fondamentale ricordare un aspetto peculiare di questi individui: non erano di proprietà privata, ma appartenevano allo Stato.
In virtù di tale appartenenza, gli Iloti potevano occasionalmente prestare servizio in battaglia, come stallieri o come fanteria leggera. Nei momenti più delicati e difficili, alcuni di essi entrarono anche tra le fila oplitiche. Erodoto afferma come nella battaglia di Platea contro i persiani di Serse, ogni Spartiate poteva contare sull’affido di 7 Iloti. Tra V e III secolo a.C. le cose cambiarono sensibilmente.
Forti del numero, gli Iloti manifestarono spesso la volontà di ribellarsi per l’ottenimento di una miglior condizione sociale. Queste rivolte (importanti furono quella del 665 e del 464 a.C.) misero a dura prova Sparta. Con il declino della potenza lacedemone, gli Iloti conobbero il sapore della libertà. Si può dire che l’assoluta emancipazione sociale avvenne con le riforme del III secolo. Un po’ come lo fu per Roma, anche Sparta visse i suoi momenti migliori grazie all’apporto degli schiavi, non dimentichiamolo.