Il cittadino romano esigeva crudo realismo, scontri epici, magari rappresentazioni storiche vagamente accurate. Le naumachie rispondevano a queste necessità, ecco in breve in motivo del loro incredibile successo nella Roma antica. Ma chi ebbe l’idea di realizzare tali eventi? Come si svolgevano? Cosa potevano rappresentare e, soprattutto, qual era la percezione del popolo romano?
La prima naumachia conosciuta si tenne nel 46 a.C. e per conto di chi se non del solito Cesare…il dictator volle celebrare il suo trionfo contro l’ex compagno, ora rivale, Pompeo. Cesare diede l’ordine di scavare un ampio bacino sul Tevere, all’interno del quale si sarebbero dovuti scontrare fino all’ultimo sangue un totale di 6.000 prigionieri, ovviamente su delle imbarcazioni. Inutile sottolineare la popolarità che l’evento raggiunse fin da subito.
Una popolarità che volle assaggiare anche Ottaviano Augusto. Egli riprese il progetto di Cesare e nel 2 a.C. fece scavare, allo stesso modo, un altro bacino sulla riva destra del Tevere. In questa occasione si scontrarono all’incirca lo stesso numero di uomini della precedente naumachia (si stimano 3.000 combattenti, più rematori). A rappresentare un fattore di novità furono i 30 vascelli utilizzati, un vero record.
Il terzo esempio proviene invece dall’imperatore Claudio; egli, per festeggiare l’inizio dei lavori per il prosciugamento del lago Fucino, volle organizzare un’immensa naumachia proprio sulle acque del suddetto lago. Anche qui, i combattenti erano dei condannati a morte. Una testimonianza dell’episodio deriva da Svetonio, attraverso il quale apprendiamo il modo in cui i “combattenti” salutarono l’imperatore, ovvero con un sonoro e sarcastico “Ave, Caesar, morituri te salutant” (letteralmente “Ave Cesare, coloro che periranno ti salutano”). La frase è attribuita erroneamente ai combattimenti gladiatori.
A proposito, cosa distingueva quest’ultimi dalle naumachie? Beh, oltre che un fattore puramente numerico, negli scontri tra gladiatori il vinto non era sempre condannato all’esecuzione, inoltre non rappresentavano un evento di eccezionale importanza come le naumachie. Queste costavano veramente tanto, non immaginiamo neppure quanto. Organizzarne una richiedeva degli sforzi logistici non indifferenti, infatti presto decaddero perché troppo impegnative. Già dopo i Flavi (quindi dal II secolo d.C. in poi) non se ne tennero praticamente più.
Una piccola curiosità: le naumachie presentavano una componente “culturale” in quanto vere e proprie rievocazioni di scontri storici. E quindi la cittadinanza assisteva alla battaglia navale tra egizi e fenici, tra persiani e ateniesi e così via. Ecco anche cosa poteva significare vivere nella Roma antica.