Bruciava ancora la sconfitta di Montgisard del 1177 e il Saladino proprio non ce la faceva a sopportare quel brutto intoppo. Serviva un’azione di forza per destabilizzare i crociati, soprattutto dopo la salita al potere nel 1174 e l’unificazione delle forze islamiche sotto la sua figura, resa ancor più salda con la conquista di Damasco e le prime schermaglie con gli stati cristiani. Se teniamo a mente queste prime informazioni, capiamo bene perché la battaglia di Marj Ayyun del 1179 fu un evento spartiacque della storia.
Come detto, il Saladino cercava un modo per mettere il bastone tra le ruote agli stati cristiani, soprattutto al Regno di Gerusalemme, a capo del quale vi era Baldovino IV (il re lebbroso di cui vi abbiamo già parlato in passato). Il Sultano pianificò delle incursioni nelle campagne antistanti alla città sacra, creando più di qualche scompiglio agli ufficiali del regno. I contadini vedevano così i loro raccolti andare distrutti, raccolti che erano l’unica fonte di guadagno per questa gente. No guadagni, no tasse da pagare: grande problema per Baldovino e i suoi.
Ecco perché il re lebbroso, forte dell’appoggio dei suoi alleati – nella fattispecie Raimondo III conte di Tripoli e Oddone di Sant’Armand, capo del contingente templare – decise di muovere verso l’ipotetica posizione in cui stazionavano le forze del Saladino. Sulla cartina questo luogo corrispondeva grossomodo alla zona che intercorre tra il Mar di Galilea e l’altura del Guado di Giacobbe. Quest’ultima era una posizione dall’altissimo valore strategico.
Ora, la storiografia fa fatica ad interpretare le fonti dell’epoca per quanto riguarda i numeri. Una cosa è certa, non parliamo di grosse cifre: restiamo nell’ordine delle migliaia, tanto da una parte quanto dall’altra. La cosa importante però è che l’esercito cristiano si mosse troppo frettolosamente, non restando saldo. I templari a cavallo di Oddone intercettarono un gruppo di saraceni, battendoli.
Quando la fanteria li raggiunse, furono in molti a pensare che la giornata di scontri fosse terminata vittoriosamente. Si sbagliavano di grosso. Le truppe di Oddone avanzarono ancora; questa volta i soldati di Baldovino e Raimondo non li seguirono. E allora il furbo e scaltro Saladino spuntò fuori presso Marj Ayyun, sconfiggendo il grosso delle forze avversarie. Il re lebbroso sfuggì alla cattura per miracolo, ma la sconfitta spianava la strada al condottiero musulmano, che poteva puntare tranquillamente al Guado di Giacobbe.
La battaglia di Marj Ayyun, vinta dal “sovrano vittorioso” (ma guarda un po’), fu l’inizio della fine per il Regno di Gerusalemme, che di lì a un secolo sarebbe caduto. Spesso ci si riferisce ad Hattin (1187) come l’evento scatenante per quanto riguarda il declino della Gerusalemme cristiana, ma per giungere ad Hattin si deve pur passare da qualche parte, forse proprio da Marj Ayyun.