Una terra, infinite meraviglie: non sono (solo) parole ad effetto, non è una trovata per il titolo acchiappa click, ma è veramente quello che l’eredità di Roma ha lasciato in un paese splendido come l’Algeria. Un veloce focus su quella che è stata la storia dell’Algeria romana (una volta provincia d’Africa) secondo noi doveroso. Prima però, un riassunto del contesto storico: come si incontrano romani e nord-ovest africano?
Terra di contatto tra i fenici delle coste e i berberi dell’entroterra, quella che noi chiamiamo Algeria, dall’VIII fino al II secolo a.C. rispondeva al nome di Cartagine. Non è un caso che le grosse leve dell’Urbe si estendono sul territorio africano dopo le Guerre Puniche. Rasa al suolo la città simbolo dell’eterno nemico, dalla metà del II secolo a.C. inizia la dominazione romana sull’altra sponda del Mediterraneo. Dominazione che si tramuta nella creazione della grande provincia d’Africa.
Ma concentrandoci sull’odierno territorio algerino, si denota fin da subito un attivismo ed una vivacità economico-commerciale senza precedenti. Per Roma il settentrione africano è oro, tanto in senso figurato quanto in senso letterario. Dai porti di Icosium, Sitifis, Cesarea (rispettivamente Algeri, Setif e l’odierna Sharshal), per non citarne molti altri, partivano navi cariche di risorse preziose e beni primari. Se a ciò aggiungiamo come la provincia d’Africa rappresentasse circa il 60% della produzione granaria della Repubblica prima e dell’Impero poi, beh, non bisogna aggiungere altro per sottolineare l’importanza della zona, vero?
Ok, contesto storico a parte, vogliamo rendervi partecipi della nascita e lo sviluppo (soprattutto culturale ed architettonico) dei principali centri urbani dell’Algeria romana. Alcuni dei quali centri sono sopravvissuti al tempo, permettendo la conservazione della già citata eredità di Roma. Quindi come non citare Tipasa, città nata fenicia, ma sviluppatasi in modo stravolgente sotto insegne romane. Claudio la tramutò in colonia militare, ma è sotto gli Antonini che divenne municipium, perciò nel II secolo d.C. Qui sorsero un anfiteatro, mura, magnifiche ville ma soprattutto una maestosa basilica, il più grande edificio cristiano nella provincia d’Africa dal IV secolo in poi.
Poi l’antica Cesarea, la perla della Mauretania Caesariensis, un florido porto situato a 20 km da Tipasa. La conquista di Roma cancellò le tracce pre-romane, tuttavia fu una valida scusa per dare vita ad un centro cittadino vivido, dotato di un circo, grandissime terme, infrastrutture strategiche e svariati templi. La storia non è stata troppo clemente con Cesarea, ma i musei sorti in zona conservano quanto di più bello ci si possa immaginare.
Cuicul, nome di origine berbera, adottato anche dai romani, per l’odierna città di Djémila. Patrimonio UNESCO, la città è un perfetto esempio di urbanistica romana in territorio montuoso (900 metri sopra il livello del mare). In poche righe non si può descrivere la bellezza dell’antica Cuicul, vi basti sapere che le sue rovine, di epoca romana, possono far piangere dall’emozione. Proprio come quelle di Timgard, che meriterebbero più di una menzione. Fantastica per le vestigia romane, per il foro, i templi, l’Arco di Traiano, i mercati. Vi abbiamo avvisato sull’Algeria romana: una terra, infinite meraviglie.