Nel centro storico di Brescia, tra contrada delle Cossere e corso Goffredo Mameli, ci si può imbattere in un buffo “faccione” marmoreo privo di naso. I bresciani, soprattutto quelli di quartiere, chiamano il rilievo Mostasù dèle Cosére (per l’appunto “Faccione delle Cossere”). La scultura, per quanto non sia tra le prime attrazioni del capoluogo lombardo, ha una storia alle sue spalle, un passato fatto però di leggende e poche, pochissime verità. Seguiteci in questo racconto perché per noi merita.
Allora, partiamo con le poche certezze: non ci sono certezze. Sull’origine del volto di pietra e marmo non si sa praticamente nulla. Proprio questa mancanza di dettagli storici ha fatto concentrare (e quindi speculare) i locali su un dettaglio del Mostasù, ovvero la mancanza del naso. Ed ecco che giungiamo alla leggenda, che per noi è talmente affascinante da voler credere appartenga all’ambito della realtà storica. Sognare non costa nulla d’altronde.
Una delle leggende, sicuramente quella più in voga, ci permette di correre indietro nel tempo, giungendo all’anno di grazia 1311. Il contesto è il seguente: è consuetudine per l’imperatore tedesco bisticciare con i comuni del centro e del settentrione italiano – il Barbarossa ne sa qualcosa. Nell’arco temporale preso in considerazione, seduto sul trono del Sacro Romano Impero vi troviamo Enrico VII (o come lo chiamano le cronache coeve Arrigo VII).
Enrico, deciso a porre la parola fine alle turbolenze tra guelfi e ghibellini, discende nella penisola con un seguito armato non indifferente. Alcuni comuni si prostrano, vedasi Milano, all’interno della quale riceve la corona ferrea, che spetta al regnante dei domini italici. Un messaggio chiarissimo rivolto alle altre entità comunali: o vi ponete sotto l’egida del legittimo re e imperatore, o fate una brutta fine. Cremona, solo per fare un esempio, fa una brutta fine nell’aprile del 1311.
Brescia, che del coraggio ne fa un vanto storico (“Leonessa d’Italia” non a caso), decise di non accogliere l’invito di Enrico ma di contrapporsi all’imperatore. L’allora signore di Brescia, Tebaldo dei Brusati, oppone una degna resistenza ma alla fine capitola sotto i colpi imperiali. L’imperatore, che tra l’altro ha perso in battaglia l’amato fratello, giura – sempre secondo la leggenda – di volersi vendicare. Come? Se fosse entrato tra le mura bresciane, avrebbe tagliato il naso a tutti i cittadini. Crudele il lussemburghese.
Quando l’esercito effettivamente vi entrò, Brescia si riscoprì desolata, inabitata. Enrico, su tutte le furie, dietro saggio consiglio, decise allora di prendersela con le statue, dalle quali fece rimuovere il naso. Ebbene, è probabile che tra le sculture prese di mira, vi fosse anche il Mostasù dèle Cosére. Ci piace pensare che sia andata esattamente così.