Adam Bryczek, contadino polacco, stava tranquillamente lavorando nella sua terra vicino alla città di Kraśnik, nel sud- est della Polonia. Tutto nella norma, almeno finché non si rese conto che quel buco nel terreno nella sua proprietà era una grotta, e non una qualsiasi. Si trattava di una cavità risolutiva, ovvero formatasi dalla dissoluzione del sub-strato roccioso a causa delle acque sotterranee.
Adam capì subito l’importanza di ciò che aveva davanti e avvisò Dominik Szulc, custode dei monumenti nella sua contea. Questi a sua volta diede avvio ai lavori archeologi da cui emerse la cavità. Se la larghezza è di pochi metri quadrati, l’altezza è ancora peggio, trattandosi di una grotta alta appena 140 cm.
Proprio per tale motivo il custode decise di non rivelare la posizione della scoperta. Poteva generare curiosità e indurre potenziali visitatori a raggiungerla. Questo, per le dimensioni ridotte e per il rischio di crolli, era troppo pericoloso. Erano infatti necessari dei lavori di messa in sicurezza prima della possibile apertura del sito al pubblico.
La grotta pare risalga al Pleistocene, era antichissima che va da 2,58 milioni fino a 11.700 anni fa. Una datazione più precisa, ma incerta, la conduce al periodo delle glaciazioni Nida o San, quindi tra 730.000 e 430.000 anni fa. Insomma è molto antica e pare abbia origine naturale.
La calotta glaciale scandinava ricopriva in questo periodo l’altipiano di Lublino ed era ricca di ghiaccio e neve. Gli aumenti di temperatura, col passare del tempo, sciolsero progressivamente le ingenti quantità di ghiaccio e queste a loro volta scavarono le pareti interne, il soffitto ed il pavimento della grotta.
Vi è inoltre un’ipotesi che sostiene la possibile residenza di esseri umani, come testimonierebbero le tracce di utensili lasciate sulle pareti. Aspettando la possibile apertura, per ora attendiamo riscontri dal team di archeologi, sperando in nuove notizie e conoscenze circa un’epoca così remota della Terra, che sarebbe a dir poco affascinante da conoscere.