Nicola ComerciLa triste storia di Pompei riecheggia nella memoria di molti e ricorda tristamente un avvenimento catastrofico che ci ha privati della bellezza della città per molti secoli. Dopo la famosa eruzione del Vesuvio del 79 d.C. la città scomparve sotto 6,3 metri di detriti e cenere vulcanica. Vide la luce solo dopo 18 secoli e da allora illumina il cuore degli appassionati di storia e di arte.
Una vicenda molto simile riguarda la città di Verona, che fino a poco tempo fa non sapeva di avere anch’essa un tesoro sommerso. Durante i recenti lavori di ammodernamento e ristrutturazione dell’abbandonato Cinema Teatro Astra cominciarono a riemergere infatti pezzi di pareti affrescate che ricordavano la cittadina campana e che indussero subito alla mente degli addetti ai lavori la possibilità di avere sotto i piedi un sito archeologico.
La cittadina veneta, teatro della grande opera shakespeariana, ha inoltre una vicenda molto simile a quella di Pompei. Pare infatti che l’antica struttura romana crollò in seguito ad un disastroso incendio. La calamità non fu solo tale, anzi, si può dire a posteriori come sia stato un bene per l’odierna ricerca archeologica.
Fu difatti l’incendio a far crollare in maniera prematura il soffitto della struttura. Ciò consentì la conservazione in ottimo stato dei numerosi affreschi e dell’edificio in generale. Le fiamme soffocarono a causa del crollo e, nonostante qualche perdita, i pro furono forse più dei contro.
Anche in questo caso l’affresco la fa da padrone. Questa tecnica decorativa prevede la lavorazione dell’intonaco appena posato e regala opere d’arte splendide. Altro vincolo di unione con la cittadina campana.
I parallelismi sono molteplici, la cenere vulcanica da un lato e le rovine in seguito di un incendio dall’altro, entrambi responsabili positivi della conservazione dei due siti. L’affresco e la bellezza dell’arte giunta fino a noi è un altro punto d’unione fra i due siti. Forse non avrà dimensioni ed importanza paragonabili a Pompei, ma la scoperta di Verona fa scalpore ed ha immenso valore artistico.
Manuela Chimera
