Nella figura del principe Oddone di Savoia possiamo trovare coniugate due cose. In primo luogo un’intelligenza vivacissima, unita ad una grave disabilità nel fisico. Un uomo colto, curioso, un grande collezionista di oggetti antichi, che molto spesso rimane defilato dalla storia per il fatto di non aver ricoperto ruoli politici. Era il quarto figlio di Vittorio Emanuele II e di Maria Adelaide di Asburgo Lorena. Alla sua nascita i medici lo giudicarono come sano. Ma, intorno ai due anni iniziò a sviluppare dei problemi a causa della sua malattia genetica degenerativa. Questo causò dei seri problemi nello sviluppo. Ad oggi i medici pensano che potesse trattarsi di osteogenesi imperfetta.
La condizione di Oddone non è dovuta alla consanguineità dei genitori e non se ne conoscono altri casi in famiglia. Per questo dovette trattarsi di una mutazione genetica. Da bambino i medici lo sottoposero a lunghe e dolorose terapie, che non ebbero alcun effetto. In quanto già da molto piccolo si spostava con l’aiuto di un bastone. Nonostante il fatto all’epoca generare un figlio con disabilità poteva gettare discredito sui genitori, a maggior ragione quando si trattava di nobili, suo padre, non ancora Re d’Italia, amava moltissimo il suo quartogenito. Da ragazzo decise di mandarlo in Liguria in modo che potesse beneficiare del clima. Proprio in questo periodo il principe si dedicò anima e corpo ai suoi studi.
Nel 1855 perde sua madre e i suoi fratelli via via si arruolano nel servizio militare. Proprio per questo inizia a sviluppare un legame molto intenso con le sue sorelle. Nel 1861 la situazione per Oddone cambia radicalmente, infatti suo padre riceve il titolo di Re d’Italia e gli impegni istituzionali della nuova famiglia reale non fanno che allontanarli. Per questo chiese al padre il permesso di stabilirsi definitivamente in Liguria. A questo punto ha solo 15 anni ed inizia per lui il periodo più felice della sua breve vita.
Si ambienta molto bene nella realtà genovese ed è molto attivo dal punto di vista della vita culturale cittadina. Sviluppò una grande passione: l’arte e la storia antica. Tra le sue attività più celebri la sua sterminata raccolta di monete antiche e medievali. Morì all’età di 19 anni e i genovesi lo onorarono con un funerale da re. I suoi genitori furono colpiti da una così grande mole di affetto per un principe che è rimasto sempre molto in ombra nel corso della sua vita.