Vi chiediamo un attimo di attenzione. Ragionateci un po’ e componete un elenco delle prime 3 cose che vi saltano in mente se dicessimo “Maori”. Ora, non per fare gli splendidi, ma è possibile che la gran parte di chi legge queste parole abbia pensato alla Nuova Zelanda, ai tatuaggi e, forse, anche alla tradizionale danza che prende il nome di Haka.
Inutile nasconderci dietro un dito: a meno che non siate super appassionati della cultura Maori, a rendere così popolare la tipica danza sono stati gli All Blacks neozelandesi, la formidabile squadra di rugby, temuta e rispettata in tutto il globo. Eppure, salvo il fascino e la curiosità che la visione della Haka può suscitare, questa danza cela un sacco di informazioni sulla cultura del popolo Maori. Una cultura che affonda le sue radici in un passato lontano.
Prima di concentrarci sulla Haka, dobbiamo chiederci chi siano i Maori. Si potrebbe rispondere asserendo come si tratti di un’etnia polinesiana giunta in Nuova Zelanda tra il XII e il XIII secolo d.C. Questo secondo la storiografia sarebbe il periodo “arcaico” precedente all’epoca in cui avvenne il contatto con gli europei, nella fattispecie i britannici. Quest’ultimi, giunti in Nuova Zelanda, non riuscirono mai a sottomettere gli autoctoni. Gli inglesi così stipularono il trattato di Waitangi, con il quale si andavano a delineare le relazioni tra la corona inglese e i Maori locali. Siamo nel 1840.
Ed ecco che improvvisamente la ricerca antropologica si avvicina al mondo Maori. Alcuni studiosi, come Alan Armstrong, iniziano ad interessarsi di tale cultura, studiandone i particolari più interessanti. La Haka non poté sfuggire all’attenzione. Gli studi condotti ci permettono di comprendere anzitutto una cosa: in realtà la Haka non è (solamente) una danza guerriera, ma è un “messaggio dell’anima” Maori. Un modo per esprimere le più vivide emozioni attraverso il movimento del corpo, le espressioni facciali, il ritmo dei battiti.
Esistono vari stili, tra cui il più noto è quello eseguito dagli All Blacks. Questo stile prende il nome di Ka Mate ed è un atto liberatorio, propositivo, energico (che ben si sposa con lo spirito della squadra all’interno di un contesto competitivo). Certo, il fattore intimidatorio non manca, ma quello è meglio evidenziato nello stile Peruperu. Questa sì che è una Haka da guerra; lo denota la presenza di armi durante l’esecuzione nonché di alcuni passi differenti.
Ma esistono molti altri stili, sviluppatisi nel corso dei secoli secondo dinamiche diverse. Basti pensare che la Ka Mate è della prima metà dell’800 e fu un sovrano. Inoltre parliamo di un fenomeno culturale che permea l’intera vita dei neozelandesi (Maori, isolani e non), vista che la Haka è insegnata nelle scuole e praticata negli eventi istituzionali che lo richiedono. Ok, abbiamo trovato uno scopo nella vita: imparare la Haka.