Quando una catastrofe sanitaria si abbatte sulla popolazione di un dato territorio, in un’epoca in cui le conoscenze mediche e scientifiche sono quelle che sono, è facile dare la colpa agli elementi a “margine” della società. E poco importa che quegli elementi siano a tutti gli effetti degli esseri umani, dotati delle stesse facoltà di tutto il resto della società; se il discrimine esiste, tanto vale esasperarlo con una bella manciata d’odio. Oggi vi raccontiamo una delle pagine più buie della storia europea medievale: il Pogrom di Strasburgo.
Nell’Alsazia del XIV secolo, soprattutto nei primi decenni, si poteva constatare una certa insofferenza nei confronti della popolazione ebraica. Lungo tutto il quadriennio che va dal 1336 al 1339, si verificarono azioni persecutorie nei confronti degli ebrei, condotte da prevalentemente da contadini cristiani poveri e analfabeti. Alla testa di questi movimenti c’era un tale Armleder. I perseguitati dovettero per forza di cose chiedere protezione alle autorità locali di Colmar.
L’episodio, per quanto cruento, non fu isolato. Negli anni immediatamente successivi, con l’implodere della situazione pandemica, sempre più persone iniziarono ad indicare gli ebrei come i mandanti dell’orribile peste. A supporto dell’accusa vi era, oltre che un conclamato antisemitismo, un fatto storicamente riportato, ovvero che il male colpisse tutti, tranne loro, gli ebrei.
Aprendo una piccola parentesi, la ricerca storica si è interessata alla vicenda, cercando di dare una risposta a tale peculiarità. La protezione dalla pesta non equivaleva ad un’inviolabile immunità, questo è certo. Si pensa, piuttosto, che a salvarli sia stato l’isolamento sociale in cui alcune comunità ebraiche versavano, oltre che a stretti trattamenti del cibo e dei beni in generale.
Ma non è questo che ci interessa al momento. Fatto sta che una riunione delle città imperiali decretò lo sterminio di tutti gli ebrei incontrati in quel di Strasburgo. Il 14 febbraio del 1349 andava in scena un tragico San Valentino di sangue, quello che poi sarebbe passato alla storia come Pogrom di Strasburgo. Chi riuscì a sfuggire ai primi massacri, venne catturato e messo al rogo in pubblica piazza.
Molti abbandonarono il centro urbano per non farvi più ritorno: non è un caso che la comunità ebraica di Strasburgo nei secoli successivi si riassestò nella zona rurale. Purtroppo le stime dell’epoca sono incredibilmente discordanti. Le fonti più credibili citano all’incirca 5.000 vittime (su una popolazione di circa 45 mila abitanti). A ciò conduce l’odio, a ciò conduce l’ignoranza.