Due anime dello stesso paese, esatto. Sì, perché la differenza tra i due odierni stati non è strettamente culturale, benché meno di carattere etnico o religioso, quanto più politico. Cina e Taiwan sono due parti dello stesso insieme, che si guardano in cagnesco e sulle quali tanto si specula al giorno d’oggi. Cerchiamo di capire assieme cosa c’è alla base di questa contesa, procedendo a ritroso nel tempo fino alla prima metà del secolo scorso.
Caduta la dinastia Qing nel 1911, la Cina conosce la prima esperienza repubblicana della sua storia. Sebbene la situazione sia tutt’altro che lineare, il potere è detenuto dai nazionalisti del Kuomintang (KMT). Tuttavia il comunismo cinese nel 1921 si dota di un’identità partitica, contrapponendosi al nazionalismo. Il paese si spacca, con un sud prevalentemente rosso e un nord in cui opera il KMT.
La guerra civile è imminente e infatti infiamma durante gli anni ’30; in aggiunta a questa situazione per niente piccante (si fa per dire) subentrano i giapponesi, che portano scompiglio in Manciuria fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Terminato l’evento bellico, in Cina riprendono la guerra civile da dove l’avevano lasciata, sulla quale dobbiamo concentrarci per capire bene la futura sequela di avvenimenti.
I comunisti di Mao Zedong prevalgono nel 1949 e la fazione nazionalista di Chiang Kai-shek, ormai messa alle strette, decide di rifugiarsi nell’isola di Taiwan. Mao consolidò la sua presa sul continente, dando vita alla Repubblica Popolare Cinese. Il generale Chiang Kai-shek fece lo stesso sull’ex isola di Formosa, istituendo la Repubblica di Cina (nome formale per Taiwan).
Fino agli anni ’70 ha retto una situazione abbastanza paradossale se ci pensiamo: la maggior parte delle potenze mondiali (tranne l’URSS, ovvio) riconoscevano nelle Nazioni Unite la rappresentanza cinese nelle vesti di Taiwan, la quale però non poteva esprimere la volontà di milioni e milioni di persone sulla terraferma. Così nel 1971, con la Risoluzione 2758, le Nazioni Unite cambiarono idea. A rappresentare la Cina sarebbe stata la Repubblica Popolare Cinese.
E se pensate che il paradosso sia terminato con la risoluzione del ’71 vi sbagliate di grosso. Da allora quasi tutto il mondo si è allineato con la politica comunista cinese conosciuta con il nome di “Una Sola Cina” – ovvero che esiste una sola Cina, quella di Pechino, e Taiwan ne fa parte. Se questo è vero, si deve sottolineare come nei fatti vi sia una resistenza a questa prerogativa, vedasi il supporto economico-politico occidentale a Taiwan. Come andrà a finire? Solo il tempo potrà dircelo, anche se noi una mezza idea ce la siamo già fatta…