La storia di Iram è legata indissolubilmente alla religione e ai racconti islamici. La sua storia ricorda quella di Atlantide, la cittadina delle immense ricchezze sommersa dalle acque. Per Iram fu la sabbia a prendere il posto dell’acqua ed i suoi famosi pilastri e le altre strutture scomparvero nel nulla.
Tutto ruota attorno al concetto di disobbedienza e alla figura di Allah. Il peccato commesso dai cittadini fu quello di allontanarsi dalla guida del loro dio, nonostante l’avviso del profeta Hud. Il Corano descrive la città come mastodontica, adornata da immensi pilastri e abitata dal popolo Ad.
Questo popolo rifiutò però il comando di Allah e la sua ira non tardò ad arrivare. Per 7 notti ed 8 giorni una tempesta di sabbia colpì il popolo Ad e la loro città ed una volta passata nulla rimaneva di Iram, la sabbia ne aveva inglobato ogni traccia.
Il messaggio è chiaro e diretto: non bisogna disubbidire ad Allah e bisogna ascoltare i suoi profeti. Chi vede nella storia un insegnamento morale si ferma a questa interpretazione. Non tutti però si accontentarono di questo punto di vista, secondo altri non si trattava solo di una metafora o di una parabola da testo sacro. Per alcuni Iram esisteva.
Fra questi vi era Nicola Clapp, archeologo e regista in erba. Negli anni ’90 si dedicò profondamente alla ricerca della città sommersa ed incredibilmente ebbe dei risultati. Chiaramente non si mise a scavare alla cieca, utilizzò i satelliti di telerilevamento della NASA, un radar ed altri programmi molto sofisticati.
Parte del sito scoperto è andato purtroppo perduto in una dolina, ovvero una cavità causata dall’erosione delle rocce calcaree. Questo non consente di dire con sicurezza se la città sia la vera Iram e dunque di attestarne la reale esistenza. Secondo altri punti di vista infatti non si tratterebbe della cittadina coranica ma dell‘Omanum Emporium, una luogo di commercio individuato sulla mappa di Claudio Tolomeo del II secolo. Racconto religioso o reale, il sito ha comunque grande importanza archeologica e contribuisce a conoscere meglio le società arabe del passato.