Una contesa che nasce tra i comuni lombardi di Crema e Cremona si tramuta in una lunga e distruttiva guerra tra Milano e Lodi. Sì, è possibile e oggi vi racconteremo perché. La nostra storia ha inizio nel 1052, alla scomparsa di Bonifacio di Canossa (il nome vi ricorderà qualcosa…) uno dei suoi feudi, l’Isola di Fulcheria, passa all’Impero. Tuttavia Beatrice di Lotaringia, moglie di Bonifacio, grazie a degli accordi stipulati con l’imperatore, riesce a garantire il futuro controllo del feudo a sua figlia.
Stiamo parlando di una certa Matilde di Canossa, la quale nel 1098 cede il suddetto contado alla città di Cremona, in cambio del riconoscimento della sua signoria. Detto fatto…Peccato che Crema non voglia sottomettersi all’accordo. Le due città si scontrano, giungendo in una situazione di stallo fino al 1107. Meglio trovarsi degli alleati. Crema chiama al suo fianco Milano e Tortona; Cremona invece opta per il supporto di Lodi e Pavia.
Quest’ultima coalizione è la prima ad attaccare, bruciando parte di Tortona. A prendersela sul personale è Milano, che odia con tutta se stessa Lodi, considerata la rivale per eccellenza in termini commerciali e territoriali. A rendere la situazione ancor più incandescente ci pensa il vescovo di Lodi, tale Arderico, milanese di nascita. Le cose contrastavano e infatti conobbe l’esilio in men che non si dica.
Nel 1108 Pavia e Milano si scontrarono presso i Campi Ollii (località non meglio decifrata). Ad avere la meglio fu Milano. Essa si divertì a legare i prigionieri pavesi a dei ciuffi di paglia infuocati, così da vedere questi scappare fuori le mura in preda al panico. Simpatici ‘sti milanesi. Due anni dopo fu la volta dei cremonesi, anche loro sconfitti dalle milizie di Milano.
Restava solo Lodi, l’odiatissima Lodi. Sfruttando un momento di disattenzione da parte dell’imperatore Enrico V – il quale nella nostra immaginazione è un po’ come il papà che deve evitare il litigio continuo tra i fratellini – Milano affondò il colpo anche su Lodi. L’assedio durò praticamente tutto il mese di maggio del 1111 e l’esito fu a dir poco drastico: la volontà di dare alle fiamme il comune rivale, radendo al suolo tutte le abitazioni tranne le chiese, fu rispettata, eccome se lo fu.
Lodi non tornò mai più allo splendore che aveva conosciuto prima della guerra. Il Barbarossa, per affermare la sua supremazia su Milano, decise di riscostruire un’altra Lodi, a qualche chilometro di distanza da quella che oggi è Lodi Vecchio. Ma tra i due comuni lombardi continuò a non correre buon sangue.