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Foto del giorno: il Canale di Panama prende forma

Foto del giorno: il Canale di Panama prende forma

Fotografia di anonimo, Panama, novembre 1912. Veduta aerea delle chiuse di Gatun, il portale atlantico per accedere al Canale di Panama. Questa ed altre cinque fotografie cercano, per quanto possibile, di rendere giustizia alla grandiosità dell’opera ingegneristica, tra le più importanti della storia umana.

Foto del giorno: il Canale di Panama prende forma

L’idea del Canale di Panama non è, come erroneamente si tende a credere, contemporanea. Già l’Impero spagnolo nel XVI secolo ipotizzò il taglio dell’istmo panamense. Fu fatto qualche rilevamento e si mise nero su bianco qualche piano; poi saltò tutto viste le stringenti questioni europee (e italiane) che tenevano occupato Carlo V d’Asburgo. Se ne tornò a parlare trecento anni dopo. Sondaggi internazionali dimostrarono come la costruzione di un canale di collegamento fra l’Oceano Pacifico e l’Oceano Atlantico fosse possibile solamente in due punti: a Panama e in Nicaragua.

Canale di Panama cartina

10 anni circa di lavori ed esperienza acquisita a Suez invogliarono alcuni tecnici e ingegneri francesi, tra i quali spiccava il nome di Ferdinand de Lesseps, a fondare la Société Internationale du Canal Interocéanique e ritentare l’impresa in Mesoamerica. Il governo degli Stati Uniti di Colombia (lo Stato federale di Colombia e Panama, esistito dal 1863 al 1886) concesse alla società i diritti per la costruzione del canale. Lesseps in persona organizzò la raccolta fondi, facendo leva sulla fama acquisita dopo il magistrale lavoro a Suez.

Dopo la raccolta fondi per milioni e milioni di dollari, geografi, architetti, ingegneri, tecnici e operai si misero al lavoro nel 1881. Subito però divenne evidente una cosa: non si trattava più di costruire un canale al livello del mare nel bel mezzo del deserto sabbioso; l’impresa apparse assai più ardua. Il terreno scosceso, irregolare, intervallato da fiumi da dover deviare nell’istmo panamense rese complessa ogni opera di scavo e collegamento. Per non parlare del clima tropicale, con piogge torrenziali e malattie (malaria, febbre gialla soprattutto), che causò la moria della forza lavoro impiegata.

Canale di Panama lavoratori

Il progetto francese fu un fiasco colossale. Fu troppo tardi quando Ferdinand de Lesseps e i suoi più fidati collaboratori compresero che un canale al livello del mare era pressoché impossibile da realizzare. L’unica opzione percorribile prevedeva la realizzazione di un sistema di chiuse. Giunti agli sgoccioli degli anni ’80 del XIX secolo, la società aveva accumulato 1,5 miliardi di franchi di debito. Inevitabilmente il progetto fallì, portando con sé gli strascichi di un colossale scandalo finanziario.

Nel 1902, in seguito alle deliberazioni della Commissione statunitense per il canale istmico e su pressione del presidente Theodore Roosevelt, gli Stati Uniti d’America rilevarono i diritti francesi sulla zona per la costruzione del Canale di Panama. I soldi c’erano, la volontà statunitense pure, a mancare semmai era l’accordo economico-politico con il governo colombiano. Washington fece in quell’occasione ciò che nel Novecento avrebbe fatto in continuazione: fomentò tensioni interne che portarono al rovesciamento dell’autorità colombiana e all’istaurazione di un secessionista governo panamense.

Canale di Panama gru

Due date: 6 novembre 1903, gli Stati Uniti riconoscono la Repubblica di Panama. 18 novembre, delegati di ambo i paesi firmano il Trattato Hay-Bunau-Varilla. Gli USA ottengono il possesso esclusivo e permanente della zona del Canale di Panama. In cambio, la neonata Repubblica di Panama riceve 10 milioni di dollari e una rendita annua di 250.000 $.

L’accordo comunque non piacque a gran parte del paese centramericano, in quanto andava a violare la sovranità nazionale. A nessuno sembrò importare molto e il progetto proseguì per la sua strada. Seguirono anni di “lotte” contro l’ambiente ostile, le zanzare altrettanto ostili, le infrastrutture fatiscenti e i macchinari datati lasciati dai francesi. Gli americani però riuscirono a concretizzare qualcosa. Seppur lentamente, si delineò il sistema di chiuse ipotizzato tardivamente da Lesseps. Sorsero dighe e conseguentemente laghi artificiali, come quello di Gatun – all’epoca il più grande specchio d’acqua artificiale del mondo, grazie al quale le navi avrebbero percorso spensieratamente più di 30 km del canale.

Canale di Panama dighe

Lo sforzo più grande fu tuttavia il Culebra Cut, il taglio di Culebra. Un’incisione di 12 km attraverso la catena montuosa di Culebra. Servirono 27.000 tonnellate di dinamite per far saltare oltre 100 milioni di metri cubi di terra. Ad officiare i lavori di ripulitura un esercito di braccianti provenienti da tutto il mondo. Essi lavorarono in condizioni durissime, subendo privazioni e discriminazioni continue.

Canale di Panama Culebra cut

Il 10 dicembre 1913 si festeggiò l’apertura di una via d’acqua percorribile tra i due oceani. Invece il 7 gennaio 1914 la nave gru francese Alexandre La Valley attraversò da lato a lato il Canale di Panama. Fu la prima a farlo. La storia a noi prossima dell’opera idraulico-ingegneristica magari sarà spunto per un prossimo articolo.

Le foto dimostrano come il canale abbia effettivamente trasformato il commercio globale; come altresì abbia avuto (e continua ad avere) un impatto profondo sulla geopolitica e sull’economia mondiale. La sua storia è segnata da ambizione, tragedia, imperialismo e innovazione tecnica. Ed è una storia che le immagini immortalano vividamente.