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soldati romani

Singolare scoperta a Vienna: sotto un campo da calcio c’erano i resti di soldati romani

Una scoperta a dir poco strana e inaspettata. Chi mai lo avrebbe detto che sotto quel campo da calcio a Vienna si trovasse una fossa comune piena dei resti di antichi soldati romani? Immaginatevi lo stupore di chi stava facendo dei normali lavori di ristrutturazione del campo da calcio quando si sono trovati di fronte a questa imponente fossa comune, piena zeppa dei resti scheletrici di decine e decine di corpi umani.

Che ci facevano quei soldati romani a Vienna?

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Crediti foto: @A.Slonek/Novetus

Gli archeologi hanno dato i resti all’epoca dell’Impero romano del I secolo. Secondo gli esperti della Stadtarchäologie Wien (Archeologia della città di Vienna), i quali hanno collaborato con la ditta privata Novetus GmbH, questa sepoltura di massa era il risultato di una violenta battaglia fra i Romani e le tribù germaniche.

La fossa comune si trova nel quartiere Simmering, a Vienna e contiene i resti confermati di 129 persone. Tuttavia è probabile che il numero delle vittime sia superiore alle 150, visto che molte delle ossa sono rimescolate fra di loro.

Si tratta di una scoperta senza pari nell’Europa centrale, la quale, fra l’altro, si collega alla prima battaglia antica registrata nella regione. Michaela Binder, archeologa a capo del progetto, ha spiegato che, nell’ambito di battaglie del genere, non ci sono in zona altri reperti di combattenti similari. A dire il vero in Germania esistono enormi campi di battaglia, ma qui i ricercatori hanno trovato solamente armi, mai corpi. A Vienna, invece, hanno trovato scheletri romani a profusione.

Effettivamente, i conti tornano. Vienna in epoca romana era nota come Vindobona e qui c’era proprio un avamposto militare romano. Solo che, all’epoca, le pratiche funerarie romane prevedevano la cremazione, non certo la creazione di enormi fosse comuni. Il che rende tale ritrovamento ancora più raro.

Così come sottolineato da Kristina Adler-Wölfl, responsabile del Dipartimento di archeologia della città di Vienna, l’Impero romano vantava rigidi rituali di sepoltura e regole precise da seguire anche post mortem. Intorno al 100 d.C. la pratica più diffusa in ambito romano era la cremazione, dunque le sepolture erano rarissime.

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Crediti foto: @A. Slonek/Novetus

Ma cosa ci dicono le analisi preliminari? Beh, a quanto pare gli scheletri appartenevano esclusivamente a uomini giovani, di età compresa fra i 20 e i 30 anni. L’altezza media era superiore agli 1,7 metri e i resti mostrano persone in buono stato di salute, con denti conservati e solamente minimi segni di malattia.

Quello che balza agli occhi, però, sono le circostanze violente della loro morte. Sulle ossa, infatti, sono visibili ferite gravi cagionate da lance, pugnali, spade e balestre. La disposizione caotica dei resti, poi, ha suggerito che non si trattasse di una sepoltura organizzata, bensì di una frettolosa sepoltura di massa a seguito di uno scontro violentissimo.

Si pensa a un attacco improvviso e rapido, che ha travolto le forze romane, costringendo i sopravvissuti o i nemici a seppellire i corpi velocemente e alla rinfusa, mettendo tutti nello stesso posto.

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Crediti foto: @Reiner Riedler/Museo di Vienna

Praticamente non ci sono dubbi che si tratti di soldati morti in battaglia: le ferite e i manufatti militari lasciano ben poco spazio ad altre supposizioni. Fra gli oggetti recuperati, infatti, spiccano un pugnale, frammenti di armature a scaglie, parti di un elmo, punte di lancia e anche chiodi di stivali militari.

Questa tomba, fra l’altro, rappresenta la prima prova fisica di una battaglia avvenuta lungo il Limes del Danubio, la frontiera settentrionale dell’Impero romano. Finora si sapeva di battaglie e scaramucce avvenute in zona solamente dai testi storici. Questi ultimi descrivono spesso battaglie fra le legioni romane e le tribù germaniche alla fine del I secolo d.C. E questo soprattutto durante i regni degli imperatori Domiziano (81-96 d.C.) e Traiano (98-117 d.C.). Però finora mancavano le prove fisiche. Prove che, grazie a questa fossa, adesso sono riemerse dal passato.