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L'incredibile vita di Giovanni Leone alias Al-Hasan al-Fasi

L’incredibile vita di Giovanni Leone alias Al-Hasan Al-Fasi

Al-Hasan dopo la sua nascita migrò in lungo e in largo. Non sempre per suo piacere, non sempre per sua volontà. Si conoscono molte delle mete e dei luoghi raggiunti dall’uomo ma la sua storia d’un tratto si interrompe e se ne perdono le tracce. Si sa che alcuni di questi viaggi lo condussero a Fez così come a Roma, che fu un diplomatico, che venne catturato e che con astuzia trasse vantaggio da quelle situazioni normalmente problematiche.

L'incredibile vita di Giovanni Leone alias Al-Hasan al-Fasi

Al-Hasan al-Wazzan nacque nel 1485, nella Granada che di lì a poco sarebbe stata terra di conquista – o meglio, reconquista – spagnola (1492).Per lui, i suoi fratelli e i suoi genitori fu un gran problema. Infatti era figlio di una donna ebrea convertita all’Islam e ben presto l’intera famiglia venne coinvolta nella diaspora che interessò migliaia di musulmani. Tra le mete più gettonate vi erano i regni islamici del Nord Africa. Fez, nell’attuale Marocco, fu il punto in cui la famiglia fece tappa.

Nella città magrebina suo zio lavorava alle dipendenze del sultano e ciò assicurò al giovane un’istruzione universitaria e un posto in tribunale. Un grande prestigio, s’intende. Seguì suo zio in diversi viaggi che si rivelavano essere niente meno che missioni diplomatiche, dal Maghreb a Istanbul presso la corte ottomana. Divenne testimone della conquista dell’Egitto da parte della Sublime Porta, abbandonando quella terra per recarsi in Arabia, decidendo di fare ritorno a casa nel 1518.

A-Hasan, Giovanni Leone

Lungo la strada verso casa però si verificò un incontro spiacevole con i corsari cristiani, al servizio dell’ordine crociato di San Giovanni. Questi, una volta catturata la nave nei pressi di Rodi e fatti prigionieri i passeggeri si resero conto che il ragazzo possedeva un valore inestimabile. Il ventiquattrenne altro non era che un diplomatico appartenente a un’insigne famiglia moresca e così i pirati decisero di portarlo a Roma al cospetto del papa.

Prima di incontrare papa Leone X passò del tempo nelle carceri papali di Castel Sant’Angelo. La fase successiva della sua vita è la più sconcertante ma anche la più documentata: all’incontro seguì il battesimo. Papa Leone X volle assicurarsi che la conversione del giovane fosse autentica, perciò lo fece interrogare per ben due volte. Il comportamento del papa non era dimostrazione di un eccesso di zelo, seguiva perfettamente le direttive della Chiesa Romana.

L’obbiettivo era quello di ottenere una conversione sincera! Fu lo stesso papa che battezzò personalmente Al-Hasan che prese il nome di Giovanni Leone de’ Medici, anche se a Roma ci si riferiva a lui semplicemente come Giovanni Leone.

Al-Hasan, uomo con turbante

Il nome che scelse per se stesso era la combinazione del nome di battesimo del papa e quello preso una volta salito al soglio pontificio. Era questo un sigillo su un progetto personale del papa. Divenne ben presto una figura estremamente famosa e di certo si può considerare la sua conversione come una mossa astuta.

Di certo seppe trarne beneficio, poté infatti dedicarsi alla scrittura della sua opera più famosa “Descrizione dell’Africa“. Piacque agli europei perché non solo ricordava il modello dei resoconti romani ma svelava la realtà dei suoi viaggi diplomatici in Nord Africa. Al-Hasan al-Wazzan sparì poco prima che i mercenari di Carlo V prendessero d’assalto la città.