Storia Che Passione
La condanna dell'apparenza: Mary Ann Bevan

La condanna dell’apparenza: Mary Ann Bevan

La chiamarono in tutti i modi: dal “mostro del Kent” alla “donna più brutta del mondo”. Nessuno, in quei primi scorci di XX secolo, si pose La domanda: e se stesse soffrendo? Esatto, e se Mary Ann Bevan, nata Mary Ann Webster, di anni 32 (nel 1906), stesse patendo le pene dell’inferno per colpa di una malattia che di certo non ha richiesto ma che di sicuro le sta cambiando la vita in peggio, relegandola ai margini di una società che ti divora non appena nota la difformità, termine che per puro caso linguistico crea assonanza con deformità. Vocaboli affini che vanno di pari passo nella vita di questa donna, condannata dall’apparenza ad essere un fenomeno da baraccone. La sua storia è in fondo la storia di tutti noi, per questo va rammentata.

La condanna dell'apparenza: Mary Ann Bevan

Mary Ann Webster, si è detto, nasce a Plaistow, oggi sobborgo londinese, ma in quel 1874 piccolo centro rurale immerso nella campagna del Kent. Bambina bella e in salute, crebbe con altri sette tra fratelli e sorelle. Non appena ebbe l’età giusta, si fece infermiera e manifestò il desiderio legittimo di mettere su famiglia. Una vita come tutte le altre, semplice nella sua ordinarietà.

Mary Ann Bevan foto di famiglia

Nel 1902 si sposa con Thomas Bevan, da cui prende il cognome. Dall’unione nascono quattro bambini; benché la famiglia non nuoti nel denaro, riesce comunque a mettere il pranzo con la cena. All’incirca al quarto anno di matrimonio, quella donna “di aspetto gradevole” (come sosterranno i giornali successivamente) muta fisionomia. Il volto è il primo a cambiare, fanno seguito le mani e i piedi. Mary Ann assiste impietrita alla distorsione dell’osso facciale, uno storpiamento dell’aspetto, ma anche dell’anima. Solo che il primo si evince nell’immediato, il secondo è facilmente ignorabile, soprattutto ad un occhio esterno.

Mary Ann Bevan infermiera 25 anni

Mary Ann Bevan ha 32 anni e, sebbene nessun medico ancora si è pronunciato in merito, soffre di acromegalia, sindrome altamente invalidante e per di più cronica. Il 1914 non è un anno qualunque, non lo è per l’Europa e il mondo intero, figuriamoci per la signora Bevan, che diventa vedova, madre disoccupata (licenziata perché di “aspetto ripugnante”…) con quattro figli a carico. Cosa le resta da fare? Soccombere alla morsa della povertà? Condannare la sua prole agli stenti della fame? In questi casi disperati si scende a patti con il diavolo, sacrificando dignità e rispettabilità pur di mangiare del pane e qualche minestra ogni tanto. Il diavolo, Mary Ann è disposta ad incontrarlo.

Non aveva corna e coda lunga il signor Claude Bartram, proprietario di un circo itinerante, eppure offrì alla povera signora del Kent l’opportunità di vivere del proprio aspetto. Mary Ann accettò ed entrò nella cerchia del Britannia Music Hall, riscuotendo un certo successo tra Inghilterra e Scozia. Bartram ci teneva a definire la sua nuova collaboratrice “brutta ma non repellente, simile ad un gigante, con mascella e zigomi virili, ma dai lineamenti gentili, senza macchia, sana e forte”.

Mary Ann Bevan sindrome acromegalia

Divenuta l’attrazione principale del freak show di Bartram, la Bevan fu mandata in tour dall’altra parte dell’Atlantico, negli Stati Uniti d’America. Mise da parte un gruzzoletto si fa per dire, visto che guadagnò una cosa come mezzo milione di dollari odierni), accettando di essere costantemente derisa per il suo aspetto, accentuato da costumi di scena al limite del bislacco. Lì, negli States, decise di mettere nuove radici. Si traferì con tutta la famiglia a Coney Island nel 1920, dove continuò ad esibirsi accanto a “celebrità” che, come lei, avevano tutto da guadagnare e nulla da perdere.

La fama tuttavia generò anche un effetto positivo. Il neurochirurgo Harvey Cushing si interessò alla vicenda della “donna più brutta del mondo” e la prese come sua paziente. Studiò la degenerazione progressiva e irreversibile dell’acromegalia, comprendendo come fosse dovuta alla disfunzione produttiva dell’ormone della crescita nella ghiandola pituitaria. Solo dopo alcuni decenni la medicina comprese la rarità e il tasso d’incidenza del morbo: dalle 60 alle 120 persone per milione di abitanti. Cushing utilizzò per quanto possibile gli strumenti mediatici a sua disposizione per recriminare contro la rapace umiliazione della donna in nome dell’intrattenimento.

Mary Ann Bevan adulta

Mary Ann Bevan si spense il 26 dicembre del 1933, all’età di 59 anni. Fino all’ultimo si esibì, volendo sfruttare al massimo la sua nomea per garantire ai suoi figli un futuro roseo. La sua storia oggi è un monito ai pericoli dell’insensibilità e dello sfruttamento. Accadeva l’altro ieri, non facciamo in modo che accada oggi.