La Guerra del Peloponneso vedeva scontrarsi due grandi blocchi: Atene e Sparta, le due città stato più potenti della Grecia. Questa guerra spostò il potere da Atene a Sparta, rendendola la città-stato più potente del territorio ellenico. La guerra si sviluppò in due fasi, separate da una tregua di sei anni. Le tensioni tra queste due realtà in espansione iniziarono già qualche anno prima del conflitto. Ma, in realtà tutto iniziò per mano di una terza città, alleata di Sparta: Corinto. Infatti, fu proprio l’alleata spartana a muovere guerra verso Atene, con l’intenzione di ribellarsi alla sua tirannica egemonia. Questo fatto trascinò anche sparta nel conflitto.
Questa guerra, narrata da Tucidide, si districò in molti anni, passando attraverso molte fasi. Alcuni storici la dividono in prima e seconda Guerra del Peloponneso. La prima fase si definisce fase Archidamica ed è caratterizzata dalle continue incursioni Spartane nell’Attica. Mentre nel fronte Ateniese troviamo schierato Pericle, uno dei più famosi personaggi della Grecia Classica. Questo primo momento bellico si concluse con la pace di Nicia, nel 421 a.C.
Ma questo periodo di tregua fu molto breve, infatti, dopo solamente 6 anni ripresero le ostilità. Si apre una nuova stagione, la fase definita Deceleica. In questo periodo Sparta si impegnò per generare rivolte tra gli alleati ateniesi. Questo si rivelò una strategia vincente, unitamente ad aiuti economici provenienti dalla Persia e ad errori strategici degli ateniesi.
Gli Ateniesi non poterono fare altro che riconoscere la sconfitta. La città usciva da un periodo in cui aveva visto crescere esponenzialmente la sua egemonia politica, economica e culturale. Ma dovette cedere il passo alla potenza del Peloponneso. Dopo questo conflitto la Grecia aveva cambiato volto, dovette riprendersi da anni di devastazioni e da perdite molto significative di vite umane. Soprattutto la città di Atene non tornò mai al suo splendore pre-bellico.