Almanacco del 31 gennaio, anno 1472: il rampollo della famiglia della Rovere, Giuliano, viene ordinato vescovo di Losanna. Inizierà la sua scalata al potere. Futuro papa Giulio II, ricordato per il suo militarismo: incarnò l’ideale del papa re, certo occupandosi più di estendere il ruolo temporale della Chiesa, che di questioni di fede. Feroce nel comandare eserciti, mecenate dedito a restituire i fasti antichi alla Roma del tempo, artefice di intrighi, alleanze e tradimenti.
Il papa guerriero figura tra gli epiteti che gli uomini e la storia garantirono a Giuliano della Rovere. Molte opere scritte ricordano questo suo tratto caratteristico, si pensi ad Erasmo. Egli gli dedicò un’opera, lo “Iulius Exclusus e Coelis“, causticamente oltre a rimproverare i supposti abusi della chiesa, ironizza sul militarismo dell’uomo. Il suo atteggiamento in terra costa a Giulio II, il rifiuto di San Pietro e l’entrata in paradiso.
Giuliano della Rovere, originario della Repubblica di Genova si orientò sin da giovanissimo alla carriera ecclesiastica, venendo affidato allo zio, un frate francescano. Quello stesso frate sarebbe divenuto cardinale nel 1467 e papa nel 1471 con il nome di Sisto IV. Egli si premurò di educare Giuliano presso i francescani in Francia e passare poi il titolo di cardinale di Avignone una volta salito sul trono di Pietro.
Il pontificato dello zio garantì a Giuliano un’influenza smisurata, arrivando a sovraintendere ben nove vescovadi, e assunse cariche di rilievo. Ricevette l’arcivescovado di Avignone e l’anno successivo all’elezione pontificia, ricevette la nomina per il vescovato di Losanna, era il 31 gennaio 1472. Il seguente anno ottenne quello di Catania: ma le sue diocesi dovettero attenderlo, poichè in qualità di legato pontificio dovette recarsi in Francia.
Solo un personaggio sembrò ostacolare il suo inarrestabile accumulo di cariche e la sua incontrovertibile influenza sul collegio cardinalizio: il cardinale Rodrigo Borgia. Dalla sua elezione a cardinale era nata una forte rivalità tra i due, pur essendo uno scontro tra caratteri simili. Giuliano lo disprezzava non solo per il suo carattere sleale, di cui egli stesso era colpevole, ma per il fatto di essere straniero. L’astio che il cardinale della Rovere nutriva era dato ancor di più dall’aver anteposto gli interessi della famiglia a quelli della Chiesa.
Può essere facile immaginare la furia di della Rovere quando il cardinale Borgia gli strappò il trono papale. Il cardinale avrebbe regnato con il nome di Alessandro VI, e alla sua morte seguì un breve pontificato di Pio III. Un nuovo conclave si riunì e finalmente della Rovere fu eletto papa all’unanimità, dopo solo dieci ore. Papa Giulio II non perdonò mai il peccato di di Alessandro VI, quello di simonia che gli aveva garantito l’elezione. Il nuovo papa però decise di rendere chiara la sua politica di intenti: la parata a seguito della sua elezione divenne il manifesto della politica del suo pontificato.