Storia Che Passione

E se le statue dell’Isola di Pasqua fossero un po’ più antiche del previsto?

Graham Hancock, scrittore e avventuriero britannico, autore di alcuni lavori alquanto popolari e controversi, ha scatenato un vero e proprio vespaio sostenendo che le statue dell’Isola di Pasqua sarebbero molto più antiche rispetto a quanto affermato fino ad oggi dagli archeologi. Secondo lui non risalgono a 900 anni fa fa, bensì a 12mila anni fa.

Qual è la vera età delle statue dell’Isola di Pasqua?

isola Pasqua

Lo scrittore non è nuovo ad affermazioni del genere. Nei suoi libri parla spesso di prove che sostiene appartengano a culture sofisticate esistenti sulla Terra molto prima rispetto a quanto riconosciuto dal mondo accademico tradizionale. Questa volta, però, ha deciso di applicare le sue teorie ai monumenti presenti sull’Isola di Pasqua.

Sappiamo tutto che sull’isola in questione sono presenti circa 1.000 enormi teste di pietra chiamate Moai. In media pesano fra le 9 e le 11 tonnellate e sono alte qualcosa come 4 metri. Anche se ce ne sono di dimensioni maggiori: quella più grande è ala 10 metri, mentre la più pesante arriva a 95 tonnellate.

L’ipotesi odierna sostiene che queste teste risalgano a 900 anni fa, ma non così la pensa Hancock. Secondo lui queste statue furono costruite da persone che vivevano sull’isola intorno al 10.000 a.C., quindi ben prima dell’arrivo dei polinesiani.

A sostegno di questa tesi ha citato uno studio che ha dimostrato come le piante di banane fossero presenti sull’Isola di Pasqua già migliaia di anni fa, portate in loco da migranti che vi arrivarono verso la fine dell’ultima era glaciale.

Al Daily Mail Graham Hancock ha spiegato che, secondo la sua ipotesi, i polinesiani incontrarono una popolazione pre esistente sull’isola. E questo sarebbe testimoniato dalla presenza di quei resti di banane. Proprio da quella popolazione, i polinesiani ereditarono le tradizioni e le canzoni antiche che ancora si tramandano oggi.

Si tratta di affermazioni alquanto poco ortodosse, ma che Hancock supporta sostenendo di avere prove che indicano come i Maoi siano molto più antichi rispetto alle piattaforme su cui sono collocati. Inoltre ha sottolineato come le piattaforme sembra siano state costruite usando tecniche diverse. Il che secondo lui implica che siano state realizzate da popoli differenti.

graham hancock
Crediti foto: @Muji/ CC BY-SA 3.0

Le statue sono lisce e realizzate con gran precisione, mentre le piattaforme sono decisamente più rudimentali, essendo costituite da frammenti di pietra accatastati fra di loro. Questa teoria rientra nell’ipotesi di Hancock della “Civiltà dell’era Glaciale perduta”. Secondo tale teoria, un tempo sulla Terra esisteva un’antica civiltà molto avanzata ed evoluta. Ma tutto ciò che aveva costruito ora non c’è più, distrutto da un grande diluvio avvenuto alla fine dell’ultima era Glaciale.

Hancock ha anche realizzato una serie su Netflix, dal titolo Ancient Apocalypse, che parla di queste sue teorie. Solo che archeologi e giornalisti non sono esattamente concordi con le sue tesi. Se fosse vero che sull’Isola di Pasqua 12.000 anni fa c’era questa antichissima popolazione, come mai non ci sono tracce? Ma Hancock ha una risposta pronta anche per questo. Basandosi sulle tradizioni orali dell’Isola di Pasqua, questi antichi abitanti sarebbero arrivati da un’isola chiamata Hiva, abbandonata a causa dell’allagamento provocato dallo scioglimento dei ghiacciai alla fine dell’ultima era Glaciale.

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Crediti foto: @Docrgd/ CC BY-SA 4.0

Questi migranti si stabilirono nelle zone più basse dell’isola, le quali divennero poi inabitabili da successive inondazioni. Ecco perché di questo antichissimo popolo non è rimasto nulla, se non le testi giganti.

Ma il dibattito va avanti: da una parte Hancock con le sue teorie fantasiose e prive di prove concrete, dall’altra gli archeologi che non danno credito a queste sue bizzarre ipotesi. Chi ha ragione?