Europa, primavera-estate 1878: si è da poco conclusa la guerra russo-turca. L’Impero Ottomano, in vigoroso declino da ormai un secolo, si è dovuto piegare. Il trattato di pace si rivela infatti assai generoso nei confronti della vincitrice Russia, che de facto pone i Balcani e la strategica zona degli stretti sotto il suo controllo. Una situazione inaccettabile per le altre potenze europee. Il Vecchio Continente rischia di sprofondare in un nuovo devastante conflitto generalizzato. Tuttavia, l’intervento del cancelliere tedesco Otto von Bismarck eviterà il deflagrare dei bombardamenti. Vediamo dunque che cosa accadde in quelle caldissime giornate di 147 anni fa durante il Congresso di Berlino.
La cosiddetta “Questione d’Oriente“, ossia il destino dei multietnici territori controllati dal declinante Impero Ottomano, costituisce un motivo di acceso scontro fra le principali potenze europee dell’epoca. In particolare, la questione più spinosa è quella concernente i Balcani, regione assai strategica per il controllo delle rotte commerciali lungo il Danubio e gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli.
Inoltre, la diffusione dei sentimenti nazionali ha acceso una vera e propria polveriera nella zona, mosaico di etnie desiderose di giungere all’indipendenza vista la debolezza del governo turco che già nel 1829 aveva dovuto concederla ai Greci. Fra il 1875 e il 1876, infatti, deflagrano una serie di rivolte nei Balcani, sanguinosamente represse da Costantinopoli.
Proprio sfruttando tali violenze, nella primavera del 1877 la Russia muove guerra alla Turchia, erigendosi a protettrice dei popoli cristiani ancora sotto il dominio ottomano. Come abbiamo visto in apertura, il sultano Abdul Hamid II, sconfitto, é costretto a firmare il Trattato di Santo Stefano.
Esso sancisce l’indipendenza di Serbia, Montenegro, Romania e la creazione di una Bulgaria autonoma sotto protettorato russo: le truppe dello zar permangono dunque a pochi chilometri dalla capitale ottomana e dagli Stretti. L’azione russa allarma parecchio le altre potenze. L’Europa é nuovamente sul piede di guerra.
Ma ecco che Bismarck prende l’iniziativa organizzando per l’estate del 1878 un congresso a Berlino per provare a risolvere pacificamente la crisi. Le trattative di quelle frenetiche settimane hanno un esito positivo. L’accordo finale conferma l’indipendenza di Serbia, Montenegro e Romania, ma ridimensiona notevolmente i confini della Bulgaria autonoma, riducendone anche l’influenza russa. Anche la Bosnia-Erzegovina é dichiarata autonoma, ma sottoposta sotto amministrazione austriaca. Alla Gran Bretagna è riconosciuto il possesso dell’isola di Cipro, mentre alla Francia è concessa mano libera per un eventuale espansione in Tunisia. L’Europa può tirare un sospiro di sollievo.