Siamo abituati a pensare alla città condannata di Pompei così come l’abbiamo vista in film e serie TV, con i ricchi aristocratici romani annoiati immersi in un mare di decadenza e degenerazione. Ebbene, in questo caso la cinematografia non è poi così lontana dalla verità. Gli scavi di Pompei, infatti, hanno sottolineato ancora una volta la differenza esistente nella città distrutta dal Vesuvio nel 79 d.C. fra la ricca élite romana decadente e la popolazione più povera.
Come vivevano i ricchi romani a Pompei?
L’occasione per confermare ancora una volta quanto ipotizzato è stata la scoperta di un lussuoso bagno privato, decorato con costose opere d’arte e caratterizzato dall’avere ampie stanze calde, tiepide e fredde. E non mancava anche un’enorme piscina.
Secondo gli archeologi questo è il più grande bagno privato mai portato alla luce finora a Pompei. Sappiamo che nella cittadina ai piedi del Vesuvio c’erano le terme pubbliche. Ma questo complesso è diverso perché assomiglia a una moderna spa, installata però all’interno di una residenza privata frequentata dall’élite romana.
La cenere eruttata dal Vesuvio ha ben protetto queste stanze che, da due anni a questa parte, sono al centro di uno scavo. Il dottor Gabriel Zuchtriegel, il direttore del Parco archeologico di Pompei, ha spiegato a BBC News che le stanze erano così ben conservate da sembrare quasi che i romani se ne fossero andati via solamente qualche minuto prima.
In realtà gli scavi sono ben più ampi e interessano un intero isolato della città. Finora qui, oltre alla lussuosa casa corredata di bagno privato, sono stati trovati anche una lavanderia e un panificio.
Secondo le ipotesi degli archeologi, tutte queste strutture appartenevano a tal Aulo Rustio Vero. Si trattava di un politico pompeiano molto influente, noto perché amava ostentare la sua ricchezza e il suo prestigio.
Zuchtriegel ha ammesso che ci sono pochissime case a Pompei che possono vantare bagni e terme private. Questo perché era un qualcosa di esclusivo per i più ricchi fra i ricchi. Inoltre il complesso era veramente enorme, il più grande fra i bagni privati pompeiani.
All’epoca il complesso termale privato doveva essere uno spettacolo per gli occhi. Gli ospiti si sarebbero tolti i vestiti nell’ampio spogliatoio decorato con pareti rosso accese e un pavimento in marmo a mosaico. Poi si sarebbero spostati nella stanza calda per un bel tuffo in quella che poteva essere una sorta di sauna. Questo locale era alimentato dalla stanza della fornace (in cui erano rinchiusi gli schiavi che attivavano i forni per scaldare l’ambiente).
Da qui sarebbero poi migrati in un’altra stanza calda, dipinta con colori vivaci. Questa era l’occasione per sottoporsi a un massaggio con olio, seguito dalla pulizia con lo strigile. Infine si sarebbero recati nel frigidarium, la stanza fredda, dove si potevano immergere in una piscina capace di contenere fino a 30 persone.
In particolare il frigidarium di questa casa era davvero spettacolare, sostenuto da una falange di colonne rosse e con le pareti abbellite da affreschi di atleti. Probabilmente durante le estati più calde i romani si sedevano con i piedi ammollo nell’acqua fresca, chiacchierando con gli amici e sorseggiando un bicchiere di vino.
Ma queste terme private erano solamente uno dei lussi di questa casa per ricchi. L’anno scorso, infatti, gli archeologi avevano riportato alla luce una enorme sala per banchetti, con le pareti dipinte di nero e opere d’arte bellissime che raffiguravano scene classiche.
Tuttavia, l’incredibile ricchezza, sfarzo, ostentazione e decadenza di questi nobili romani non li salvò comunque dall’eruzione del Vesuvio. La quale uccise chiunque, indipendentemente dal rango. Fra l’altro, proprio nella causa, gli ultimi scavi hanno fatto riemergere gli scheletri di una donna e di un ragazzo. Chiusi in una piccola stanza, la donna aveva fra i 35 i 50 anni e teneva in mano delle monete e dei gioielli. Il giovane, invece, non superava i 20 anni.
Furono vittime del flusso piroclastico che il Vesuvio produsse quel 24 agosto del 79 d.C. Gli archeologi hanno ricostruito quanto accaduto a questa coppia. Il flusso di gas e ceneri vulcaniche è arrivato lungo la strada, causando il crollo di un muro e bloccando qualsiasi via di fuga ai due. La donna era ancora viva mentre il ragazzo stava morendo. Ma ben presto la stanza si era riempita di gas e cenere, causando il decesso anche della donna.
Le due vittime erano di status elevato, essendo circondate da oggetti costosi e di lusso. Fra di essi figuravano brocche di bronzo e ceramiche, monete d’oro e d’argento, orecchini, pendenti e una collana in oro e perle naturali, intarsiata con pietre semipreziose.
La dottoressa Sophie Hay, archeologa di Pompei, ha sottolineato come la cosa più potente di questo scavo è il netto contrasto fra la vita degli schiavi e quella dei ricchi nobili. Abbiamo nobili circondati da oggetti preziosi e che vivevano una vita fatta di banchetti lussuosi e eterne sedute in magnifiche terme separati da un muro dagli schiavi rinchiusi nella piccola sala della fornace che riscaldava le terme. Ma tutti furono comunque vittime del vulcano.