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Dai tacchi alle morti in parlamento: ecco alcuni dei divieti più stravaganti della storia

Dai tacchi alle morti in parlamento: ecco alcuni dei divieti più stravaganti della storia

La storia umana è costellata di divieti, spesso nati per controllare comportamenti, preservare tradizioni o affermare l’autorità di chi governa. Alcuni di questi, tuttavia, possono sembrare assurdi o persino divertenti se osservati con gli occhi di chi vive nel XXI secolo. Dai tacchi alti vietati per “seduzione ingannevole” alle forchette considerate strumenti diabolici, passando per il gelato bandito come simbolo decadente, ogni divieto racconta molto della cultura e delle paure di un’epoca. Esploriamo alcune delle proibizioni più curiose che ci svelano il lato più bizzarro delle società di ieri e, in un certo senso, anche di oggi.

Dai tacchi alle morti in parlamento: ecco alcuni dei divieti più stravaganti della storia

1 – I tacchi? Una diavoleria! In molti non lo sapranno, ma un tempo ad indossare i tacchi erano esclusivamente gli uomini. Sinonimo di agiatezza economica, il tacco era una prerogativa stilistica dell’alta aristocrazia europea tra XVI e XVIII secolo. In alcune aree tuttavia anche le donne iniziarono a calzare scarpe con tacco. Un esempio noto è quello della corte di Luigi XIV, dove tutti indossavano tacchi colorati di rosso – se vicini alla sfera d’influenza del re – o di altri colori sgargianti. In altre parti d’Europa però il tacco su un grazioso piede femminile generò più di qualche lamentela.

divieti tacchi donne

Un caso interessante si verificò in Inghilterra durante il periodo puritano (a cavallo tra Cinque e Seicento), il Parlamento discusse leggi contro le donne che “ingannavano” gli uomini con artifici estetici, compresi i tacchi. In alcune giurisdizioni, tali pratiche venivano equiparate alla stregoneria. Vien da sé che le pene potessero apparire severe, se non estreme.

2 – La vanità di chi mangia con la forchetta. Anno di grazia 1004, Venezia è in giubilo, Giovanni Orseolo, figlio del doge Pietro II Orseolo, si sposa con un’amabile principessa bizantina, Maria Argyropoulina, vicina parente del basileus Basilio II. In realtà le nozze sono già avvenute, in uno scenario da sogno che solo la Seconda Roma può garantire. In laguna si “ratifica” l’unione con una grande e sfarzosa festa.

divieti forchette Italia XI secolo

Insomma, durante il banchetto accade l’imponderabile: la nobile costantinopolitana tira fuori una custodia, da cui estrae uno strano arnese dorato. Scoppia il caos. Quell’oggetto non è altro che una forchetta, simbolo di vanità e spregiudicatezza agli occhi dei veneziani. Molti consideravano l’uso della forchetta un segno di decadenza e di eccessiva raffinatezza, contrapposto alla semplicità e alla modestia cristiana. L’uso della forchetta rimase fortemente disincentivato per secoli in gran parte dell’Europa occidentale, in particolare tra le classi più devote. Si trattò dunque di un ostracismo culturale più che di una legge formale. Sul tema è in cantiere un approfondimento, stay tuned

3 – Vietato morire in parlamento. Forse questo è il più assurdo dei divieti storici ancora vigenti. Torniamo in Inghilterra, dove una legge del 1887 (Coroners Act), confermata un secolo più tardi (esattamente nel 1988), vieta di morire all’interno di Westminster, sede delle due camere britanniche. Se vi sembra una legge figlia di un’irragionevole logica, tranquilli, non siete gli unici a pensarlo.

divieti morire in parlamento

Allora, in realtà tutto nasce da un’erronea interpretazione di una disposizione del Coroners Act. Secondo la stessa, ogni eventuale decesso avvenuto all’interno dei palazzi della corona – tra cui tecnicamente rientra Westminster – è soggetto all’analisi di una specifica commissione d’inchiesta. Quest’ultima può anche interferire con il regolare svolgimento delle attività della famiglia reale. Per evitare un tale dispendio di energie, risorse e denaro, si è giunti all’approvazione di una serie di divieti. Tra questi ve ne è uno che, in poche parole, suggerisce di scortare fuori dal Palazzo di Westminster il soggetto colpito da un malore improvviso. Detto ciò, non esiste un vero e proprio “divieto di morte” all’interno del parlamento inglese.