Nicola ComerciFotografia di Eddie Mallin, Dalymount Park, Dublino, Irlanda, 6 luglio 1980. Lo scatto ritrae un momento intenso della performance di Bob Marley mentre si esibisce davanti a migliaia di persone. Un simbolo, un’icona della musica reggae e di uno stile di vita molto particolare. Entrerà nei cuori dei suoi fan e sarà famoso in tutto il mondo, vediamone insieme la storia.
Nato il 6 febbraio del 1945 a Nine Mile, nel cuore profondo della Giamaica, la sua esistenza comincia già in modo particolare. Non sappiamo con certezza infatti se il suo giorno di nascita sia veritiero e affidabile. Suo padre Norval era un capitano della marina bianco che sposa la bella diciottenne nera Cedella Booker. Dalla loro unione nascerà il piccolo Bob.
A proposito della sua vita dicevamo che iniziava in maniera peculiare e aggiungiamo che proseguirà in maniera abbastanza difficile. La famiglia Marley grida subito allo scandalo quando scopre che il loro figlio marinaio sposa una donna nera. Venne diseredato, ma proseguì la sua relazione, almeno ancora per un po’. Norval abbandonò infatti la sposa quando Cedella era incinta di Bob e si trasferì a Kingston.
Norval rivide la sua ex sposa solo nel momento della nascita del loro figlio, poi morì nel 1955 a causa di un infarto. Ecco, la vita di Bob cominciava in ripida salita. Anche Cedella negli anni 50 si trasferirà a Kingston, ma nei sobborghi più degradati, precisamente a Trenchtown. Qui la futura star proseguirà i suoi studi fino a 15 anni, quando li abbandonerà per diventare saldatore.
Conosce in questo momento Neville O’Riley Livingston, detto “Bunny”, che lo fece appassionare per la prima volta al mondo della musica. I due cominciavano, in maniera molto rudimentale (con scatole di sardine vuote, corde ed aste) a suonare e conobbero dopo poco Joe Higgs, Rastafariano convinto e secondo alcuni padre artistico di Bob. Iniziava la carriera di Bob che ottenne i primi successi con il gruppo “The Wailers“.
Da lì in poi solo successi per il giovanissimo cantante che esploderà in tutto il mondo con i suoi pezzi e il suo stile di vita peculiare. Proprio quest’ultimo punto gli costerà però carissimo: all’età di 32 anni, nel luglio del 1977, scoprì di avere un melanoma acrale all’unghia dell’alluce destro. Parte dei medici gli consigliarono di amputare tutto l’alluce, ma per motivi religiosi, e su consiglio di altri medici, decise di amputare solo l’unghia. Il tumore gli arriverà al cervello e nel 1981, all’età di soli 36 anni, morirà in ospedale a Miami.
Manuela Chimera
