Chi era Crisippo? Beh, tecnicamente un filosofo e matematico greco, fra l’altro discepolo di Cleante e a capo della scuola dello Stoicismo. Tuttavia, anche se innegabilmente è considerato uno dei padri dello Stoicismo, la maggior parte di noi se lo ricorda a causa della sua dipartita alquanto inconsueta. Praticamente si dice che Crisippo morì dal ridere.
Crisippo e quelle risate fatali

Crisippo nacque a Soli nel 281/277 a.C., la data non è certa e morì ad Atene fra il 208 e il 204 a.C. Crebbe dalle parti di Tarso. Qui, a causa di problemi legali, perse i beni ereditati, cosa che lo costrinse a trasferirsi ad Atene. Qua iniziò a studiare filosofia, trovando la sua strada nella corrente filosofica dello Stoicismo. In particolare scelse come maestro lo stoico Cleante, divenendone discepolo. Cleante, a sua volta, era stato discepolo di Zenone di Cizio, il fondatore dello Stoicismo.
Amava disputare (tanto che spesso tendeva a sostenere ambo le parti in una disputa) e scrivere, praticamente non passava giorno senza scrivere qualcosa. La sua filosofia si basava sull’importanza delle proposizioni, in particolar modo su quelle frasi che potevano essere sia vere che false (mettendo in secondo piano il sillogismo amato da Aristotele).
Da Cleante, poi, prese la concezione della dottrina stoica, donandole un corpus più organico. Per Crisippo, l’elemento attivo dell’universo è il Logos, formato da fuoco e aria. Per quanto concerne la morte, a differenza di Cleante, Crisippo sosteneva che, dopo la morte, solamente le anime dei sapienti sopravvivessero. Questo almeno fino a quando non ci sarebbe stata una colossale conflagrazione cosmica finale durante la quale tutto sarà assorbito dall’Anima del mondo.

Secondo il Logos, tutto avviene secondo necessità. Il che creava problemi col conciliare tale concetto con la libertà di ciascuno di seguire le norme della saggezza. Così Crisippo introdusse una distinzione fra le cause primarie, cioè quelle che regolano il mondo secondo criteri che l’uomo non può modificare e le cause secondarie, quelle che agiscono in campi più limitati, ma su cui ognuno di noia ha la possibilità di poter agire.
Ma la cosa che ci interessa su Crisippo riguarda la sua morte. Così come riferito da Diogene Laerzio in Vita dei filosofi, Crisippo di Soli sarebbe morto dalle risate mentre guardava il suo asino mangiare dei fichi. In pratica, dopo aver visto il suo asino mangiare dei fichi, Crisippo avrebbe detto di dare del vino da bere all’animale, in modo da farlo ubriacare.

Per qualche bizzarro motivo questa visione scatenò in Crisippo una risata così violenta da causarne la morte. Ora, mentre ci chiediamo cosa ci sia di così estremamente divertente nel vedere un asino che mangia dei fichi e idealmente beve vino, ecco che secondo altre fonti Crisippo non sarebbe morto dal troppo ridere.
Testimonianze sostengono che Crisippo si fosse attirato le ostilità di diversi personaggi ateniesi di spicco. Questi lo avrebbero poi assassinato e l’aneddoto, in tale ottica, sarebbe nato per sottolineare quanto fosse stato stolto il filosofo.