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stonehenge israele

La Stonehenge di Israele non è affatto un osservatorio astronomico

Se la Stonehenge di Israele non era un osservatorio astronomico, allora che cos’era? Su questo dubbio si stanno arrovellano archeologi e storici. Da tempo, infatti, stanno meditando sul vero significato e scopo degli antichi cerchi megalitici di pietre, risalenti all’età del Bronzo (quindi dal 3000 al 2700 a.C.) nel sito di Rujm el-Hiri, sulle alture di Golan, in Israele.

A cosa serviva la Stonehenge di Israele?

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Crediti foto: @Abraham Graicer/ CC BY-SA 4.0

Sappiamo che Stonehenge era usata anche come osservatorio astronomico. Dunque, quando cerchi megalitici similari furono trovati a Rujm el-Hiri, ecco che venne spontaneo pensare che pure loro assolvessero alla medesima funzione.

Ma un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Remote Sensing, sostiene che questa ipotesi sia errata. Se è vero che altri monumenti di pietra similari sono connessi in qualche modo con i movimenti del cielo notturno e con l’astronomia sacra, ecco che questi cerchi di pietra a quanto pare non solo sono.

La ricerca sostiene che la Stonehenge di Israele non sia un osservatorio astronomico. In passato si pensava che i muri e gli ingressi del complesso di cerchi di pietre concentrici eretti sulle alture del Golan 5mila anni fa, fossero allineati in modo tale da riprodurre posizioni e movimenti di Sole, Luna, stelle, pianeti…

Ma calcolando la mappa del cielo e l’allineamento con i solstizi, gli equinozi e altri corpi celesti così come apparivano all’epoca, in rapporto alla simmetria e agli ingressi del sito nella sua posizione attuale, ecco che i risultati dimostrano che gli ingressi e le mura durante quel periodo storico erano del tutto diversi e non correlati alla posizione e al movimento dei corpi celesti.

cerchi pietre
Crediti foto: @Michael Homan/ Flickr

Grazie a tecniche di telerilevamento, gli archeologi hanno scoperto che le pietre dei cerchi di Rujm el-Hiri hanno ruotato in senso antiorario. E questo nel corso di questi 5mila anni, sin da quando furono costruite in pratica. Il che vuol dire che si trovavano in una posizione diversa al momento della loro costruzione, rispetto alla posizione attuale. Quindi qualsiasi correlazione ci sia fra i cerchi di pietre e l’antica astronomia, è solamente una coincidenza.

Il team di ricerca, guidato dalla Dott. ssa Olga Khabarova e dal Prof. Lev Eppelbaum del Dipartimento di Geofisica presso l’Università di Tel Aviv e dal Dott. Michal Birkenfeld del Dipartimento di Archeologia presso l’Università Ben-Gurion, ha esaminato i dati satellitari raccolti nel corso degli anni. Lo scopo era quello di individuare i piccoli movimenti del terreno in quella zona.

Correlando tali informazione con i dati derivanti dall’analisi geomagnetica e con le ricostruzioni dei movimenti tettonici del passato, ecco che hanno calcolato come il terreno di queste zone si sia mosso alla velocità media di 8-15 millimetri all’anno per parecchio tempo. E tale movimento ha, ovviamente, trasportato con sé le pietre posizionate in cima alle alture.

camera sepolcrale
Crediti foto: @Ani Nimi/ CC BY-SA 3.0

Il che vuol dire che le gigantesche pietre di questi cerchi si sono spostate di diversi metri rispetto alle loro posizioni originali. I risultati indicano che ingressi e mura all’epoca erano del tutto diversi da come appaiono posizionati ora.

Il sito è composto da quattro cerchi concentrici di pietre, con camera funeraria centrale. Si compone di più di 42mila rocce basaltiche. Nel suo punto più largo, la struttura ha un diametro di 160 metri, mentre il muro più alto raggiunge un’altezza di 2,4 metri, con tumulo centrale alto 4.6 metri.

In arabo il nome di Rujm elHiri significa “mucchio di pietre del gatto selvatico”, mentre il nome ebraico, Gilgal Refaim, vuol dire “ruota dei giganti”. Intorno al sito, poi, si trovano le rovine di altri antichi edifici, mura e tumuli funerari, entro un raggio di 30 chilometri. Rimane da capire, ora, a cosa servisse questo cerchio di pietre.