Storia Che Passione
Arresto di Totò Riina, avvenuto il 15 gennaio 1993

Accadde oggi: 15 gennaio

Almanacco del 15 gennaio, anno 1993: a Palermo è tratto in arresto il boss mafioso Salvatore Riina, meglio noto come Totò, latitante dal 1969. La sua cattura avviene nell’ambito dell’Operazione Belva condotta dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri. Ma come fu possibile incarcerare il capo dei capi? Scopriamolo insieme.

Immagini di Totò Riina, il cui arresto avvenne il 15 gennaio 1993

Tutto inizia nel giugno 1992, mentre ancora sanguina la ferita della Strage di Capaci. Determinati decapitare Cosa Nostra, il nucleo operativo dei Carabinieri di Palermo decide di avviare indagini su Baldassarre Di Maggio, all’epoca incensurato. Da fonti confidenziali, infatti, avevano scoperto che costui fosse stato vicino a Riina e che in seguito fosse stato soppiantato nei suoi ruoli all’interno del clan dei casalesi da altre personalità. Per tali ragioni, temendo per la propria vita, si era allontanato dalla Sicilia.

Baldassarre Di Maggio, pentito che collaborò all'arresto di Totò Riina il 15 gennaio 1993

L’8 gennaio 1993 presso Borgomanero (NO) è individuata la presenza di Di Maggio, ospite di un suo compaesano. Ad un posto di blocco, l’ex collaboratore di Riina viene arrestato perché trovato in possesso di una pistola e chiede subito di poter conversare con il generale dell’Arma Francesco Delfino. A quest’ultimo inizia a rivelare informazioni riservate sul boss, tra cui anche la possibile ubicazione del nascondiglio e l’identità degli accompagnatori durante le uscite in incognito.

Sotto la custodia dei Carabinieri, Di Maggio è dunque ricondotto in Sicilia per coadiuvare le indagini. Egli identifica alcuni immobili, tra cui uno stabile situato lungo Via Bernini n.54, quali luoghi dove in passato aveva tenuto incontri con Riina e Provenzano. Gli appostamenti della forze dell’ordine notano alcune persone muoversi intorno al civico 54. Visionando le fotografie e i filmanti effettuati, Di Maggio vi riconosce Salvatore Biondino, autista del boss, e Antonietta Bagarella, detta Ninetta, moglie di Riina. Il nucleo operativo che sta conducendo le ricerche capisce di aver fatto bingo: è quello il covo del capo dei capi. Non appena metterà fuori il naso, partiranno immediatamente le operazioni di cattura.

Totò Riina, arrestato il 15 gennaio 1993

Il momento atteso da ventiquattro anni arriva finalmente il 15 gennaio 1993. Alle ore 08.05, Di Maggio riconosce Riina mentre sale a bordo di una Citroen ZX nera proprio dinnanzi il cancello di Via Bernini 54. Al suo fianco alla guida vi è il fidato Salvatore Biondino. Dopo un pedinamento durato un ora, i Carabinieri riescono a bloccare la vettura del boss lungo il Viale della Regione Siciliana, all’altezza della rotatoria del Motel Agip. Totò Riina e l’autista, disarmati, sono dichiarati in arresto. Il Maxiprocesso ai danni del boss lo condannerà a scontare ben 26 ergastoli in regime di 41-bis. Totò Riina morirà in carcere nel 2017.