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peter vampiro

Peter Plogojowitz, il primo vampiro della storia? Forse no

Quando si parla di vampiri storici (quindi prima dei vari Lestat, Damon e Edward Cullen), ci vengono subito in mente il Conte Dracula, il Conte Orlok e via dicendo. Ma in realtà esistono anche dei vampiri più o meno documentati storicamente. Uno di essi è Peter Plogojowitz che, chiaramente, non era un non morto, ma che fu protagonista involontario di uno dei primi casi registrati di isteria di massa contro i vampiri.

Peter Plogojowitz, vampiro suo malgrado

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Forse non tutti sanno che, nel corso della prima metà del XVIII secolo, soprattutto nell’Europa dell’Est,ci fu una sorta di isteria di massa che vedeva protagonisti i vampiri. Si scatenò una vera e propria caccia al non morto, con cadaveri dissotterrati, paletti conficcati nei cuori dei defunti sospettati di essere dei Nosferatu e persino alcuni cadaveri portati sul banco degli imputati per “rispondere” delle accuse di essere vampiri e dunque di essere tornati dal regno dei morti per uccidere i vivi. Considerate che alcuni di questi imputati ottennero la grazia, altri dovettero passare di nuovo dal boia.

Furono persino emanate delle leggi contro il vampirismo. In realtà questo fenomeno di massa era collegato alla paura delle epidemie che si manifestavano in quelle zone. Non riuscendo a capire le cause e le dinamiche della trasmissione di tali malattie (fra cui figura anche la peste), ecco che si cercò di trovare un’origine a tutto ciò. E come capro espiatorio tirarono in causa i vampiri.

Ed è in questo quadro storico che facciamo la conoscenza di Peter Plogojowitz. Peter era un contadino serbo vissuto nel villaggio di Kisilova, vicino alla città di Veliko Gradiste, in Serbia. In quel periodo parte dell’Impero Ottomano stava passando sotto il controllo degli Asburgici, grazie al trattato di Passarowitz del 1718. Salvo poi, però, tornare agli Ottomani col trattato di Belgrado del 1739.

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Peter morì nel 1725. Tuttavia, a seguito della sua dipartita, ecco che nella zona si registrarono diverse altre morti improvvise. E tutte a seguito di malattie dal decorso rapidissimo: in massimo 24 ore le vittime di tali malattie erano morte. Considerate che nel giro di otto giorni morirono nove persone. E queste, prima di spirare, avevano dichiarato che Peter le aveva afferrate per la gola.

La moglie di Peter spiegò che l’uomo era andato a trovarla per chiederle le sue scarpe, cosa che la indusse a scappare in un altro villaggio. Un’altra versione della storia, invece, sostiene che Peter fosse tornato a casa per chiedere da mangiare al figlio. Ma questi si rifiutò di darglielo, finendo ucciso dal suo stesso padre.

Comunque sia, gli abitanti del villaggio fecero 1+1 e decisero che la colpa di tutte quelle morti era di Peter che, chiaramente, era diventato un vampiro. Così disseppellirono il corpo per cercare i classici segni del vampirismo:

  • capelli cresciuti dopo la morte
  • barba cresciuta dopo la morte
  • unghie cresciute dopo la morte
  • assenza di segni di decomposizione

Gli abitanti chiesero anche che, a presenziare a tale procedura, ci fossero anche un prete e il Vicario Imperiale Frombald. Quest’ultimo provò a spiegare agli invasati concittadini di Peter che, prima di procedere, era necessario ottenere il permesso di Belgrado. Tuttavia gli abitanti di Kisilova non vollero sentire ragioni: avevano paura che il vampiro, nel frattempo, avrebbe ucciso tutta la popolazione. Cosa che, secondo loro, era già accaduta in precedenza, durante il governo turco.

Gli abitanti chiesero così a Frombald l’autorizzazione e questi dovette concederla, altrimenti i cittadini avrebbero abbandonato tutti quanti il villaggio. Così Frombald si recò all’esumazione insieme al prete di Veliko Gradiste. Effettivamente i presunti segni del vampirismo erano presenti: Peter non presentava segni di decomposizione, barba e capelli sembravano essere cresciuti, erano presenti nuove unghie e del sangue fuoriusciva dalla bocca.

vampiri negli Stati Uniti dell'800 con tubercolosi

Così gli abitanti deciso di procedere col passo successivo, ovvero conficcare un paletto nel cuore. Il che causò la fuoriuscita di “sangue fresco” da bocca e orecchie del cadavere. Poi proseguirono bruciando il corpo.

Nel suo rapporto conclusivo Frombald chiese che, nel caso le autorità avessero riscontrato delle illegalità in queste azioni, lui fosse tenuto fuori dalla punizione in quanto costretto ad agire così dal fatto che i “cittadini erano fuori di senno dalla paura”. In realtà le autorità non presero mai provvedimenti in tal senso e questo rimane uno dei primi documenti che testimoniano l’epidemia di paura nei confronti del vampirismo che in quegli anni teneva banco nell’Europa orientale.

Tale resoconto lo si trova pubblicato sul quotidiano austriaco Wienerisches Diarium, adesso Wiener Zeitung. Inutile dire che non si trattava affatto di vampirismo, bensì di un processo che tende a manifestarsi durante la normale decomposizione dei corpi.