Cosa diamine ci fa una nave portoghese sepolta sotto la sabbia del deserto? In effetti, la riscoperta della Bom Jesus, in una zona desertica lungo la costa della Namibia meridionale, ha destato qualche perplessità nei ricercatori. Certo, i portoghesi sono sempre stati dei rinomati marinai. Inoltre è indubbio che, all’epoca, i viaggi per mare erano pieni di pericoli. Ma da lì a far seppellire la Bom Jesus sotto la sabbia… Ce ne passa!
La storia della Bon Jesus, la nave sotto la sabbia
Sappiamo che la Bom Jesus salpò dal porto di Lisbona, in Portogallo, il 7 marzo 1533. Si trattava di una nave militare. Solo che di lei si persero le tracce dopo la partenza. Questo almeno fino a quando nel 2008, quindi circa 475 anni dopo, il suo relitto, vittima di un naufragio, non fu scoperto dall’altra parte del mondo, in Namibia.
All’epoca erano frequenti i viaggi commerciali verso la Cina, l’India e il Giappone. Viaggi del genere potevano durare anche un paio di anni e, non essendoci mezzi di comunicazione efficaci, una volta che la nave salpava, era difficile capire cosa le stesse accadendo o se durante il viaggio fossero sorti problemi.
Quindi quando la Bom Jesus salpò nel marzo del 1533, la gente si mise il cuore in pace, aspettandosi il suo ritorno dopo un paio d’anni, non preoccupandosi più di tanto. Ma gli anni passarono, della Bom Jesus nessuna traccia e quindi qualche sospetto cominciò a germogliare negli abitanti del suo porto d’origine: forse alla nave era successo qualcosa?
La gente non si preoccupò subito anche perché la nave in sé era di altissima qualità. Realizzata nel corso dei primi anni del 1500, durante il regno di Manuel I del Portogallo, era un’imbarcazione nata appositamente per affrontare l’oceano. Tuttavia, nonostante i livelli di progettazione, viaggi del genere non erano scevri di imprevisti ed eventi inaspettati. Tempeste, pirati, ammutinamenti… Poteva succedere di tutto.
Ora, non è che ritrovarono la Bom Jesus nel bel mezzo del deserto. Diciamo che, probabilmente, durante una violenta tempesta, la Bom Jesus si arenò in alcune secche desertiche, poco distante dalla riva della Namibia, finendo poi con l’affondare. La sabbia piano piano seppellì il relitto, conservandolo per i posteri.
Effettivamente il relitto della nave si trovava vicinissimo alla riva. La sua scoperta fu del tutto accidentale. Alcuni lavoratori di una società di estrazione dei diamanti stavano effettuando degli scavi lungo la costa della Namibia. Un bel giorno uno di loro inciampò letteralmente in alcuni lingotti di rame.
Recuperati i lingotti, capirono subito che si trattava di antichi reperti. La società chiamò così in causa il South African Institute of Maritime Archaeology (SAIMA), scoprendo così che, a breve distanza, sotto la sabbia, era sepolta la Bom Jesus.
La nave, divisa in tre sezioni, appariva sorprendentemente ben conservata. I sedimenti sabbiosi che la ricoprirono, infatti, ne impedirono il deterioramento. Anzi: la sabbia fu così brava da riuscire a proteggere non solo l’imbarcazione, ma anche 40 tonnellate di carico.
La maggior parte di esso era rappresentato da 1.845 lingotti di rame, del peso di circa 16-17 tonnellate. I lingotti erano a marchio della famiglia Fugger, di Augusta, in Germania. Inoltre del carico facevano parte anche più di 2mila monete d’oro e d’argento provenienti da Spagna, Francia e Venezia. Senza dimenticare 105 zanne di elefante del peso di 2 tonnellate, cannoni, spade, tessuti, dispositivi astronomici, strumenti di navigazione e svariati oggetti preziosi.