Storia Che Passione
La Diga di Ma'rib, la più ignota delle meraviglie antiche

La Diga di Ma’rib, la più ignota delle meraviglie antiche

Nello Yemen afflitto da una guerra che non sembra avere mai fine si trovano ancora oggi i resti antichi di un’opera d’ingegneria magistrale, a suo tempo avveniristica. Si tratta della per lo più ignota Diga di Ma’rib, costruita nel lontanissimo VIII secolo a.C. dai sovrani del Regno di Saba per frenare il corso del Dhana. L’imponenza dello sbarramento artificiale testimoniava l’egemonia del regno dei Sabei, all’epoca detentore del monopolio commerciale dell’incenso e delle spezie provenienti da Oriente, dalla regione etiopica e dal resto della penisola arabica.

La Diga di Ma'rib, la più ignota delle meraviglie antiche

Quando fu completata, la Diga di Ma’rib doveva essere la più grande opera d’ingegneria idraulica mai costruita nell’area. Lunga circa 580 metri, alta 4 m e larga 60 m alla base, serviva ad irreggimentare le piogge monsoniche. Attraverso la regolamentazione del deflusso dell’acqua e l’annessa costruzione di un sistema di canali, i Sabei riuscivano ad irrigare all’incirca 9.600 ettari di terreno circostante.

Diga di Ma'rib mappa governatorato

Stando a quello che ci rivelano le più recenti scoperte archeologiche, i Sabei non costruirono nulla da zero. Addirittura sembra che un rudimentale complesso di sbarramento e canalizzazione esistesse già dal II millennio a.C. Dopo la prima inaugurazione, la diga subì delle sostanziali modifiche, che ne alterarono la forma ma non la natura. Ad esempio con i secoli si verificò un’innalzamento della barriera in pietra: nel 115 a.C. gli Himyariti elevarono la diga fino a farla raggiungere i 15 metri di altezza; inoltre rimaneggiarono le due chiuse, quella settentrionale e quella meridionale, per meglio stabilizzare l’intera struttura.

Diga di Ma'rib ricostruzione immaginaria della vecchia diga

I lavori di manutenzione e rinnovamento della gigantesca diga furono costanti nel tempo. Fino al IV secolo d.C. si registrano dei ritocchi in tal senso. Ad indicarcelo sono delle iscrizioni lasciate proprio in quel periodo dai mastri costruttori in onore dei sovrani loro committenti. Quello che accadde intorno al 570-575 d.C. sconvolse non solo la regione, ma in un certo senso mutò il destino del mondo intero.

Il Corano, e più nello specifico la sūra di Saba, ci racconta che nella seconda metà del VI secolo d.C. un’inondazione dalle proporzioni apocalittiche distrusse i raccolti dell’Arabia sud-occidentale. Il libro sacro menziona il cedimento di una diga, anche se non cita mai il nome di Ma’rib. La tradizione musulmana fa risalire alla catastrofe l’emigrazione delle tribù arabe verso il nord e il nord-est della penisola. Flusso migratorio che toccò anche aree della Mesopotamia. Alcune di quelle tribù giocheranno un ruolo di primo piano nell’ascesa e nell’affermazione profetica di Maometto.

Diga di Ma'rib resti del regno dei Sabei

Non si conosce l’esatta causa che portò al crollo della diga. È altamente probabile che all’origine della catastrofe ci sia stata una generica incuria nei confronti dell’opera ingegneristica. Nel 1986 il governo yemenita edificò una seconda diga a sbarramento del fiume Dhana, 3 km a monte rispetto all’antenata.

Diga di Ma'rib resti antichi

Oltre ciò, bisogna segnalare come la vecchia Diga di Ma’rib non sia sfuggita alla tragedia del lacerante conflitto locale. Nel 2015 un bombardamento aereo avrebbe danneggiato forse irrimediabilmente la chiusa nord dello sbarramento artificiale. Uno smacco imperdonabile per quello che risulta essere il più importante patrimonio storico-culturale che lo Yemen possa vantare.