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cima dell'Etna foto Rifugio Paradiso

Foto del giorno: l’Etna dalla sua cima, bellezza e potenza senza fine

Foto del giorno di Andrea Fontanelli, cima dell’Etna, Catania, Sicilia, 2005. Lo scatto ritrae i resti del Rifugio del Filosofo sommerso e parzialmente distrutto dalla colata del 2002. Questo, almeno, in primo piano. Sullo sfondo si vede in tutta la sua maestà e bellezza il più alto vulcano attivo della placca Euroasiatica. Un continuo sussulto al cuore dei suoi abitanti nonché gioiello naturale che adorna la Sicilia.

cima dell'Etna foto Rifugio Paradiso

Mongibello, in siciliano Muncibeddu, in italiano semplicemente Etna. Molti nomi per indicare quello che la XXXVII sessione del Comitato UNESCO chiama, dal 2013, semplicemente Patrimonio dell’Umanità. Mai statico, con le sue continue eruzioni il vulcano procede a rimodellarsi e a rimodellare il territorio circostante. Una continua metamorfosi verso un destino ignoto.

Come detto in apertura, A Muntagna, altro nome evocativo dell’Etna, è il vulcano più alto della placca Eurasiatica. Con i suoi 3404 m s.l.m. sovrasta l’intera isola siciliana e guarda dall’alto lo Stretto e il Mediterraneo tutto. Proprio questa sua caratteristica lo porta ad avere due climi totalmente differenti fra la sua base e la sua cima. Chiaramente sulle vette c’è un vero e proprio clima alpino che regala spesso splendide nevicate.

cima dell'Etna rappresentazione Spallanzani

Ma le prime testimonianze del Muncibeddu? Sì, sono molto remote, dobbiamo tornare a circa 3000 anni fa. Ne parlano infatti Diodoro Siculo, Tucidide e Pindaro, oltre a svariati riferimenti mitologici. Secondo i racconti, i Sicani, abitanti della regione che con l’arrivo dei Siculi si spostarono nella fascia centrale dell’isola, furono fai primi a tastare con mano la potenza del vulcano. In seguito alle sue eruzioni (oltre al motivo storico appena accennato) si spostarono progressivamente verso occidente.

Meritevole però è anche la pagina della mitologia, facciamoci dunque un tuffo. Secondo la mitologia prima greca e in seguito romana, Etna è il nome di una ninfa siciliana. Nello specifico si tratterebbe della figlia di Urano e Gaia e della madre dei Palici. Secondo la mitologia il vulcano prenderebbe il nome dalla ninfa e, al suo interno -aggiunge Tucidide- il dio Efesto e i ciclopi suoi aiutanti forgerebbero le armi di Zeus, le sue saette.

cima dell'Etna foto eruzione

L’ultimo passo, in chiusura, lo dedichiamo alla preistoria e al lungo processo di genesi dell’Etna. Torniamo indietro a circa 570.000 anni fa, data in cui, durante il Pleistocene medio iniziò la formazione del vulcano. La zolla euro-asiatica a nord e quella africana a sud si scontrarono e diedero vita, con il loro attrito, alle prime, distruttive, eruzioni. Così si formarono i primi coni sottomarini. Da quella data così remota si arriva ai giorni nostri, dove A Muntagna continua a ricordarci che è viva e anche estremamente potente e potenzialmente distruttiva.