Cosa ci potrebbe essere nascosto dietro un quadro? Di sicuro starete pensando ad un tesoretto in contanti, come nei film. No, non è così. Ci troviamo a Napoli, nella chiesa di San Giorgio Maggiore, e dietro al celebre quadro dello stesso santo che affronta il drago c’era un altro quadro. Di chi? incredibile ma vero, di San Giorgio che affronta il drago.
Perché tutto questo? La risposta più scontata sarebbe quella che prevede la superiore bellezza del secondo quadro sul primo e dunque la sua installazione al di sopra dello stesso. Ma la questione non è così semplicistica è affonda le radici in una potente istituzione dell’epoca moderna: l’Inquisizione.
L’organismo di sorveglianza e punizione della chiesa era estremamente efficace, ed in alcuni posti, come in Spagna, estremamente temuta. Napoli era dominio aragonese e dunque legato alla nazione iberica.
Provando a tirare tutte le fila, vediamo cosa c’entra il celebre quadro di Aniello Falcone con l’Inquisizione. Il pittore faceva parte della Compagnia della Morte, contraria al dominio spagnolo sul Regno di Napoli e che tramava per respingerlo. Chiaramente gli spagnoli, venuti a conoscenza del fatto, non poterono soprassedere. Ecco allora che commissionarono un’altra opera.
Il nuovo quadro, avente come soggetto sempre il celebre mito di San Giorgio che uccide il Drago con la sua spada, venne commissionato all’artista appartenente alla scuola solimeniana, Alessio d’Elia. Il primo quadro, datato 1645, venne sostituito, ma non distrutto. La cosa curiosa è che la giustapposizione della seconda opera sulla prima ha consentito la conservazione in stato ottimale del quadro di Falcone che presenta tutt’oggi colori nitidissimi.
San Giorgio era una figura importante all’epoca, patrono di Genova, degli scout e delle guide. Si dice che si recò a Salem, in Libia, dove il drago stava massacrando tutti con il suo fiato, e salvò la principessa del posto che si convertì. Allo stesso modo il secondo quadro ha salvato il primo. Forse Falcone non si convertì in fedele suddito degli aragonesi, ma vabbè, almeno oggi abbiamo due quadri anziché uno.