Più o meno tutti abbiamo sentito parlare di Minosse. In realtà questo leggendario sovrano ha due facce. La prima è quella del crudele tiranno di Creta, colui che esigeva un tributo di giovani ateniesi per darli in pasto al Minotauro nel Labirinto costruito da Dedalo (questo almeno fino all’arrivo di Teseo che uccise il Minotauro). L’altra è quella del giudice dell’Inferno descritto sia da Virgilio nell’Eneide che poi da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Ma Minosse è solamente una figura leggendaria o è esistito veramente un re di Creta con tale nome?
Chi era Minosse?
Difficile stabilire se un qualche Minosse sia veramente esistito. O se qualche figura storica reale abbia dato vita al mito di Minosse. Secondo la mitologia greca, costui era un antico re dell’isola di Creta. Di lui parla anche Omero nell’Iliade e nell’Odissea. Nell’Iliade sostiene che fosse stato generato da Zeus e investito da re degli dei del ruolo di guardiano di Creta.
Nell’Odissea, invece, è citato come padre di Arianna. Sempre secondo la leggenda, il centro del potere di Minosse a Creta era il palazzo di Cnosso, situato lungo la costa centro-settentrionale dell’isola.
Nonostante Creta non fosse poi così grande, aveva comunque una flotta navale potentissima ed enorme, capace di tenere sotto controllo i commerci nell’Egeo, arrivando fino all’Egitto. I Minoici, questo il nome dato dall’archeologo sir Arthur Evans al popolo di Minosse, proprio in onore del loro re, riuscirono a dominare l’Egeo fino a circa il 1400 a.C. A questo punto, però, il loro dominio cessò: conquistati dai Greci, il dominio sui mari passo a questi ultimi.
Sempre la leggenda ci dice che Minosse riuscì a sottomettere la città di Atene, chiedendo agli dei di portare la peste e la fame ai suoi abitanti. Un simpaticone, vero? Così un oracolo rivelò agli ateniesi che l’unico modo per eliminare questa punizione fosse quello di cedere alle richieste del tiranno.
E cosa voleva Minosse? Beh, pretendeva che ogni nove anni sette ragazzi e sette ragazze ateniesi fossero mandati a Creta per essere offerti in sacrificio (traduci con: uccisi e mangiati) dal Minotauro.
E chi era quest’ultimo? Beh, era un ibrido metà toro e metà umano che si dice fosse figlio di Pasifae, la moglie di Minosse e del Toro di Creta. Non scenderemo nei dettagli, ma tutto ciò era frutto di una punizione di Poseidone nei confronti di Minosse. In pratica: il tiranno, figlio di Zeus, non essendo figlio del precedente re Asterio, non è che fosse poi così benvoluto dalla popolazione. Così supplicò Poseidone di aiutarlo e questi gli invio un bellissimo toro per dimostrare quanto gli dei tenessero al sovrano.
Solo che Poseidone gli chiese di sacrificargli il toro. Ma quest’ultimo era così bello che Minosse ne sacrificò un altro al suo posto. Come potesse sperare Minosse che Poseidone non si accorgesse del cambio, rimane un mistero. Comunque sia, Poseidone, inviperito, decise di punire Minosse: fece innamorare Pasifae del toro. Da cosa nasce cosa e in questo caso nacque il Minotauro.
Essendo estremamente feroce e incontrollabile, Minosse chiese a Dedalo di costruire un labirinto in cui rinchiuderlo. Cosa che Dedalo fece, ma Minosse fece poi rinchiudere anche Dedalo e il di lui figlio Icaro nel labirinto, forse temendo che potesse svelarne i segreti. Ma ovviamente Dedalo si era costruito anche una via di fuga (dopotutto la fama di Minosse era quel che era). Così Dedalo costruì delle ali per sé e per Icaro, volando via. Le ali erano fissate con la cera, così Dedalo ammonì il figlio di non volare troppo vicino al sole.
Ma Icaro, da bravo adolescente quale era, se ne infischiò delle raccomandazioni del padre e volò sempre più in alto. Il sole sciolse la cera, le ali si disintegrarono e Icaro morì precipitando.
Ma torniamo a Minosse. Il tributo preteso serviva, in pratica, per nutrire il Minotauro. Questo almeno fino a quando nel gruppetto dei sacrifici non arrivò anche Teseo. Il principe di Atene, grazie all’aiuto di Arianna, la figlia di Minosse, riuscì a superare il labirinto, uccidere il Minotauro, liberare Atene dal giogo di Minosse e fuggire via, portando Arianna con sé. Salvo poi abbandonarla su un’isola, visto che ormai la ragazza non gli serviva più. Fortunatamente, però, la povera Arianna fu notata da Dioniso, il dio del vino e dell’ebbrezza che, conquistato dalla sua bellezza, la salvò e portò via con sé.
A questo punto, conosciamo le fondamenta del mito di Minosse, ma lui è mai esistito in carne e ossa? Nessuno lo sa. Prima della conquista micenea, effettivamente è vero che i Minoici governavano la zona. Il che ci sta anche con la storia della conquista di Atene da parte di Minosse.
Il problema, però, si complica anche perché la lingua minoica, nota come Lineare A, non è ancora stata tradotta. O meglio: i ricercatori hanno decifrato la traduzione sillabica di ogni glifo, ma è la lingua nel suo complesso che continua a sfuggirci.
Ci sono effettivamente delle iscrizioni scritte in Lineare A su Creta, magari tali iscrizioni attestano proprio l’esistenza di Minosse. Ma visto che nessuno sa tradurre la lingua minoica, non possiamo sapere se esse facciano riferimento a qualcuno di nome Minosse, un qualche sovrano che ne ha ispirato la leggenda o altro.
Qualcuno ha anche ipotizzato che Minosse non fosse il nome di una persona, bensì una sorta di titolo, tipo Faraone o Cesare. Magari è esistito un Minosse originale e i re successivi ne potrebbero aver usato il nome come titolo. L’unica certezza è che il nome Minosse era ben noto sia ai Greci che agli Egizi. Forse un archetipo basato su un originario individuo ancora sconosciuto?