Storia Che Passione
Americani e tedeschi alleati nella Seconda Guerra Mondiale? Sì, ma solo in un due occasioni

Americani e tedeschi alleati nella Seconda Guerra Mondiale? Sì, ma solo in un due occasioni

Può sembrare assurdo, quasi ridicolo, ma nell’orrore generalizzato della Seconda Guerra Mondiale si sono verificati due singolari episodi in cui americani e tedeschi hanno combattuto dalla stessa parte in qualità di alleati. Entrambi seguono un canovaccio simile, anche se non del tutto identico, e ambedue le contingenze si collocano nelle ultime fasi del conflitto, poco prima della capitolazione del Terzo Reich.

Americani e tedeschi alleati nella Seconda Guerra Mondiale? Sì, ma solo in un due occasioni

Il primo caso è del 28 aprile 1945 e vede al centro della vicenda dei cavalli di razza. Già questo primo indizio è indicativo di quanto sia stata peculiare la circostanza. Con l’intento di creare la perfetta razza di “cavalli ariani” i tedeschi avevano trasferito dei rinomati lipizzani (questo il nome della razza) da Vienna a Hostau, città entro i territori del Protettorato di Boemia e Moravia. Diverse centinaia di esemplari si ritrovarono a vivere in una capiente fattoria nella Cecoslovacchia occupata dal 1938 al 1945. Con la convergenza delle truppe alleate durante gli ultimi frangenti della guerra, la questione ad Hostau si fece parecchio complicata.

Gli istruttori tedeschi, sotto il comando di Alois Podhajsky, maggiore della Wehrmacht, dovevano compiere una scelta: lasciare che il prezioso tesoro equino cadesse nelle mani sovietiche, i quali da est marciavano a ritmo serrato, o accordarsi con gli americani provenienti da ovest? Vista la brutta fine che avevano fatto i lipizzani reali ungheresi durante la liberazione dell’Ungheria da parte dell’Armata Rossa, parte del comando stanziato a Hostau optò per gli americani.

alleati americani e tedeschi 28 aprile 1945

Queste furono le premesse per l’attuazione dell’Operazione Cowboy. Uno sforzo congiunto tra le truppe meccanizzate del 2nd Cavalry Group, unità statunitense più vicina al confine ceco, e alcuni ufficiali della Wehrmacht, che stavano apertamente violando il codice militare nazionalsocialista. Per correttezza d’informazione si ricordi che a seguito della Conferenza di Jalta la Cecoslovacchia era stata affidata alla sfera d’influenza sovietica, dunque gli americani sapevano perfettamente di star “contravvenendo” a quegli accordi, scavalcando la presupposta autorità moscovita.

Alla fine il piano andò in porto. L’evacuazione procedette nonostante combattimenti localizzati tra i membri della task force alleata e unità delle Waffen-SS non al corrente dell’operazione. Da sottolineare come la forza di pronto soccorso vantasse sì soldati americani, ma anche prigionieri di guerra di ogni nazionalità. Vi erano britannici, neozelandesi, francesi, polacchi, serbi, persino un cosacco e diversi tedeschi, fino ad allora inquadrati tra Heer (esercito di terra) e Lufwaffe (aviazione). Gli ultimi cavalli furono portati in salvo proprio nell’esatto istante in cui giunsero ad Hostau i primi carri armati russi. I sovietici non si opposero al salvataggio, nonostante la violazione dell’accordo.

alleati Operazione Cawboy

Se vogliamo il secondo episodio fu ancora più spettacolare di questo appena narrato. Il 5 maggio 1945, perciò tre giorni prima della resa nazionalsocialista, andò in scena la cosiddetta battaglia per il castello di Itter. Il maniero si trova nel Tirolo austriaco e all’epoca svolgeva la funzione di centro detentivo per le SS. Al suo interno si trovavano per lo più prigionieri politici, ma non mancavano generali, intellettuali e dissidenti, quasi tutti francesi. Quando i reparti SS iniziarono a smontare le tende e ad organizzare la ritirata, alcuni degli internati riuscirono a lanciare un segnale agli alleati.

alleati castello di Itter, Austria

Un distaccamento della 12° corazzata USA, al comando di John C. “Jack” Lee, rispose alla richiesta di soccorso. In contemporanea era venuto a conoscenza della situazione il maggiore tedesco Josef Gangl, detto Sepp. Egli collaborava da tempo con la resistenza austriaca. Da poco si era arreso agli alleati promettendo in caso di necessità i servigi della sua guarnigione. Il supporto dell’ex ufficiale Wehrmacht risultò essenziale ai fini del piano di salvataggio.

alleati

Le forze a disposizione di Lee erano le seguenti: 14 uomini, due carri armati Sherman, una Volkswagen Kübelwagen e una camionetta con 10 soldati tedeschi di Gangl. Entrati nel castello di Itter, le truppe combinate americane, tedesche e francesi si prepararono all’assedio. Sì, perché nel frattempo sopraggiunse una piccola unità di combattimento Waffen-SS. Lo scambio di proiettili durò fino al tardo pomeriggio, quando gli uomini ancora fedeli ad un morente Terzo Reich si arresero. Negli scontri a fuoco il maggiore Josef Sepp Gangl perse la vita.

Questa vicenda è rimasta a lungo poco conosciuta, ma è diventata oggetto d’ispirazione per opere letterarie, cinematografiche e documentarie negli anni successivi. Un esempio su tutti è il libro The Last Battle di Stephen Harding, il quale racconta con dovizia di dettaglio la storia di questi due corpi d’intervento, alleati inattesi in una guerra dall’esito ormai scontato.