Immaginate la faccia che devono aver fatto quegli archeologi in Kuwait quando hanno scoperta la statuetta in questione. Risalente a 7mila anni fa, assomiglia inquietantemente a un alieno. Oppure lo scultore non era molto abile, era estremamente visionario o lo stile dell’epoca era questo. Ebbene, pare che l’ultima ipotesi sia quella corretta: nell’antica Mesopotamia tale stile andava per la maggiore.
L’inquietante statuetta a forma di alieno
Senza voler fare scultura-shaming (anche perché le mie capacità scultoree con il Pongo e il Dash hanno creato al massimo delle effigi votive dedicate a Cthulhu, talmente tanta era la loro bruttezza), è innegabile che questa scultura abbia una forma alquanto insolita.
In realtà pare che in Mesopotamia questo stile fosse molto usato, ma in questo caso è la prima volta che una statuetta del genere è ritrovato in Kuwait e, più in generale, nel Golfo Persico.
Gli archeologi hanno trovato la statuetta durante gli scavi a Bahra 1, un sito preistorico nel Kuwait settentrionale. Si tratta di uno degli insediamenti più antichi della penisola arabica, abitato dal 5500 al 4900 a.C.
La scultura presenta una testa piccola, finemente lavorata, con occhi a mandorla, naso piatto e cranio allungato. All’epoca Bahra 1 era sotto il dominio degli Ubaid, una cultura originaria della Mesopotamia e famosa per le sue ceramiche e per le sue statuette a dir poco aliene.
Agnieszka Szymczak, archeologo a capo di Bahra 1, ha spiegato che lì ci fu un incrocio di popoli preistorici, con annessi scambi culturali. La statuetta rappresenta un ritrovamento unico finora nel suo genere nella zona del Golfo Persico. Inoltre è anche realizzata in argilla mesopotamica, un materiale non utilizzato solitamente in loco. Il che vuol dire che gli Ubaidi stavano diffondendo le loro tradizioni nella regione.
Le statuette in stile Ubaid sono a volte chiamate “a testa di lucertola”, “simili a uccelli” o “ofidiane”. Adesso rimane solo da capire a quali pratiche rituali si riferiva tale scultura. Per quanto riguarda le caratteristiche facciali della statua, un’ipotesi sostiene che si tratti di una rappresentazione della deformazione cranica artificiale nota come “modellatura della testa”, pratica tipica della società Ubaid.
In pratica avvolgevano delle bende intorno al cranio ancora malleabile di un neonato in modo da modificare la forma del cranio da adulto.
Comunque sia, la prossima volta che mi cimenterò con il Dash, potrò fieramente dire a tutti che la mia statuetta è nello stile degli Ubaid.