Storia Che Passione
Accadde oggi: 26 dicembre

Accadde oggi: 26 dicembre

Almanacco del 26 dicembre, anno 1908: va in scena l’incontro di pugilato fra lo statunitense Jack Johnson e il canadese Tommy Burns, valido per il titolo mondiale nella categoria pesi massimi. L’esito del match arrise a Johnson, nell’occasione divenuto il primo afroamericano della storia a fregiarsi della prestigiosa cintura.

Accadde oggi: 26 dicembre

Nel primo decennio del nuovo secolo, il XX, essere un pugile di professione in molti paesi del mondo poteva sporcare la fedina penale. Il pugilato dunque non era minimamente considerato uno sport “nobile” – come lo sarà più di mezzo secolo dopo – piuttosto come un pretesto per aizzare i cuori di scommettitori incalliti, teste calde e organizzatori collusi con la malavita. Se tutto fosse andato per il verso giusto, sui fianchi del lottatore avrebbe potuto gravare il peso di una o più cinture. Ma se tutto fosse andato per il verso sbagliato, sulla testa del pugile sarebbe pesato come un macigno il biasimo del razzismo. Sì, se fosse andata male. Ovvero se si fosse nati con la pelle nera in un posto, come lo erano gli Stati Uniti d’America, dove tutti o quasi ti avrebbero disprezzato prima ancora di conoscerti.

26 dicembre Jack Johnson

Jack Johnson, texano di nascita, affrontò a muso duro avversità di questo genere. Così come affrontò con altrettanta tenacia 44 avversari sul ring prima che gli venisse concessa la possibilità di diventare il migliore, in quel di Sidney, Australia, il 26 dicembre del 1908.

Dentro e fuori dal rettangolo si notava in Johnson la volontà di mettersi in mostra, a discapito di tutte le (discutibili nel 2024) convenzioni sociali. Vestiva bene, mangiava bene, comprava auto veloci e cercava di essere quanto più estroverso possibile. Ad alcuni dava fastidio che un uomo nero potesse vivere quel tipo di esistenza. A lui semplicemente non importava, fin tanto che il giudizio non l’avesse “colpito” in prima persona, come un dritto sul naso.

26 dicembre descrizione ad immagini dell'incontro

Il detentore del titolo alla vigilia del 26 dicembre 1908 era il canadese Tommy Burns. Se qualcuno l’avesse voluto sfidare, la quota d’entrata sarebbe stata di 30.000 dollari statunitensi (all’incirca un milione di dollari odierni). Cifra capogiro per l’epoca; più di quanto qualunque pugile potesse mai guadagnare in una carriera costellata di successi e fortune. A differenza dei suoi predecessori, Burns non pose il veto razziale. Così Johnson, seppur sprovvisto di quella cifra, tentò in ogni modo di “stuzzicare” il campione con velenose uscite pubbliche e palesi – anche un po’ grossolani – inviti sarcastici.

26 dicembre fotografia colorizzata dell'incontro del 1908

L’imprenditore e accorto organizzatore Hugh McIntosh colse l’occasione al volo. Perché non mettere in piedi un match tra i rivali Tommy Burns e Jack Johnson? Chiaro: incontro valido per il titolo di campione del mondo nella categoria pesi massimi. McIntosh di soldi ne aveva a valanghe e soddisfò le richieste economiche del pugile campione del mondo in carica. A tutti quelli che lo tacciarono di star tradendo la “razza bianca” abbassandosi sul gradino di Johnson, il campione ripeteva: “batterò Johnson, o non mi chiamo Tommy Burns”. Sfugge ai più la velata ironia dell’affermazione, perché Tommy Burns era lo pseudonimo di Noah Brusso…

26 dicembre Johnson vs. Burns

Nel tanto atteso 26 dicembre il main event si concretizzò. Come riportò un osservatore presente quel giorno, il giornalista nonché drammaturgo Jack London, a Sidney non andò in scena un “equo e sostanziale combattimento, quanto più un massacro. Quattordici round unilaterali, dove si menava da un lato del ring e si riceveva dal lato opposto, sempre, categoricamente. Fu la polizia, e non il povero arbitro, a porre fine all’incontro. De facto Johnson vinse ma la giuria fece di tutto per non ratificare l’esito dell’incontro. Il boxer texano dovrà attendere 18 mesi e un altro match, questa volta con l’ex campione James J. Jeffries, per urlare al mondo intero di essere il più forte.