Message in a bottle… così cantavano Sting e i Police. E chissà che non abbiano canticchiato la canzone anche coloro che, in Norvegia, hanno trovato un messaggio in bottiglia scritto da un archeologo 150 anni fa.
Cosa diceva il messaggio in bottiglia?
Un altro messaggio in bottiglia, dopo quello francese, è stato trovato questa volta in Norvegia. Questa volta il messaggio era firmato da Anders Lorange, primo archeologo e conservatore del Bergen Museum nel 1874. All’epoca Lorange aveva solamente 28 anni, ma si stava già facendo una reputazione scavando nei siti vichinghi di tutto il paese.
In particolare, nel 1869 si era concentrato sul Raknehaugen, un tumulo funerario alla periferia di Oslo. Appena assunto dal museo, Lorange salpò da Bergen e proseguì lungo la costa, fino a Nordfjordeid. Qui l’archeologo aveva deciso di aprire il più grande dei cinque tumuli funerari scoperti in una fattoria chiamata Myklebustgarden.
Proprio qui Lorange scoprì i resti di una nave vichinga bruciata mille anni prima come parte di un elaborato rito funebre. In particolare la Myklebust è la nave vichinga più grande mai trovata finora in Norvegia.
Nonostante le dimensioni della nave e la qualità dei reperti indicassero un re vichingo del IX secolo, ecco che solo metà del sito fu scavato. Negli anni successivi, poi, la scoperta di altre navi vichinghe ben conservate e intatte, fecero quasi dimenticare di tutto il Myklebust.
Questo almeno fino a quando nel 2019 alcuni costruttori di barche di Nordfjordeid decisero di realizzare una ricostruzione realistica del Myklebust, facendola poi salpare nel fiordo.
Così, ecco che qualche tempo fa gli archeologi dell’Università di Bergen hanno deciso di riesumare la Myklebust originaria. E qui i ricercatori hanno scoperto, con loro grande sorpresa, un messaggio in bottiglia lasciato dallo stesso Lorange. Nella bottiglia di vetro, oltre a una lettera, l’archeologo aveva lasciato il suo biglietto da visita e cinque monete.
Nella lettera troviamo una panoramica dello scavo, con tanto di date, contenuto e motivo. La nota spiega che uomini caduti in battaglia erano stati sepolti nella loro nave, insieme alle loro armi.
Tuttavia in alcuni punti della lettera Lorange non è stato molto preciso. Per esempio, il numero di scudi indicati dall’archeologo è sbagliato. E non parla neanche del ritrovamento più importante, ovvero un vaso di bronzo dell’VIII secolo trafugato da una chiesa o da un monastero in Irlanda.
Secondo Morten Ramstad questo potrebbe indicare che Lorange era l’archeologo inviato dal museo, ma gli scavi non erano frutto della sua opera. Anzi: a quanto pare i responsabili degli scavi erano gli agricoltori locali. Quindi quando ha scritto la nota nella bottiglia, non aveva ben chiaro il quadro della situazione.
Alla fine della lettera, poi, Lorange ha scritto un messaggio usando l’alfabeto runico dei germanici. Esperti di rune antiche si sono messi all’opera per cercare di tradurre lo scritto, ma alla fine hanno capito che Lorange non conosceva affatto le rune e aveva solamente tradotto una frase usando l’alfabeto runico più recente. E la nota recitava: “Emma Gade, la mia ragazza”.
Entrando per un attimo in modalità Beautiful, Lorange ed Emma si sposarono nel 1877, ma questa non era la prima volta che l’archeologo si dilettava nel lasciare in giro dei messaggi d’amore. Durante uno scavo a Raknehaugen, nel 1939, i ricercatori avevano trovato un altro biglietto, ma (musichetta di Beautiful di sottofondo), questo antesignano di Ridge Forrester lo aveva scritto per Ingeborg Haftye che, a quanto pare, non lo corrispondeva visto che finì con lo sposare un altro uomo.