Fotografia di Alpsdake, Monte Fuji, Giappone, 29 novembre 1994. Ovviamente non è possibile avere una foto dell’ultima eruzione del Monte Fuji, in Giappone. E questo perché l’ultima eruzione documentata è quella del 1707. Ma cosa raccontano i resoconti dell’epoca di questo fenomeno eruttivo?
Che tipo di vulcano è il Monte Fuji?
Il Monte Fuji, anche chiamato Fujiyama o Fuji-san, non solo è la montagna più alta del Giappone, ma è anche uno dei vulcani più famosi e fotografati del mondo. Le leggende narrano che il monte si formò nel 286 a.C. a seguito di un terremoto. Ma questo non corrisponde al vero in quanto il Monte Fuji è uno stratovulcano. La sua forma conica e regolare indica che si è formato a seguito della sovrapposizione di diversi strati di lava vulcanica solidificata e di ceneri vulcanici.
Anzi, pare che il Fuji come lo vediamo ora, sia il frutto di quattro fasi vulcaniche:
- Sen-komitake: nucleo di andesite scoperto nella parte interna
- Komitake Fuji: strato di basalto formatosi decine di migliaia di anni fa
- Hurui Fuji: risale a circa 100mila anni fa ed è responsabile della cima del Komitake Fuji
- Shin Fuji: è la forma dell’attuale Fuji, formatosi 10mila anni fa in cima al vecchio vulcano
Il Fuji sorge sulla faglia facente parte della cintura di fuoco del Pacifico, fra la placca eurasiatica, quella di Ochotsk e quella delle Filippine. Il vulcano si è formato nel punto in cui la placca delle Filippine si incunea sotto quella euroasiatica.
Attualmente il vulcano è in quiescenza, anche perché l’ultima eruzione documentata è quella del 16 dicembre 1707. Da allora, le ultime manifestazioni vulcaniche degne di nota sono quelle solfatariche. La prima eruzione documentata, invece, è quella dell’800. Da allora sono state registrate 18 eruzioni vulcaniche.
L’ultima eruzione del Monte Fuji
L’ultima eruzione del Fuji è quella nota come Eruzione Hoei del Fuji. Avvenne nel 1707, il quarto anno dell’era Hoei. Precedentemente ci furono solamente altre tre grandi eruzioni: due volte durante il periodo Heian (sono le eruzioni Enryaku e Jogan) e una durante il periodo Edo (per l’appunto l’Eruzione Hoei).
Tutto iniziò il 16 dicembre 1707, per concludersi il 1 gennaio 1708. A dire il vero non ci fu una vera e propria colata lavica. Quello che però questa eruzione si lasciò dietro è un’enorme quantità di cenere vulcanica. Pensate che la cenere si diffuse così tanto da raggiungere Edo, che si trovava a 100 km di distanza dal Fuji.
Il volume di ceneri stimato si attesta sugli 800 milioni di metri cubi. Tale eruzione avvenne sul lato sud-occidentale del Fuji, contribuendo alla formazione di tre nuove bocche vulcaniche. Inoltre si formò un nuovo cratere con un secondo picco, ribattezzato Hoeizan. Da allora il Fuji non ha più eruttato.
Se è vero che non ci fu una colata lavica, ecco che l’anno successivo il fiume Sakawa, straripò a causa dei depositi di ceneri vulcaniche. Le ceneri vulcaniche, infatti, ricoprirono i campi coltivati a est del Fuji. I contadini si videro così costretti a raccogliere le ceneri, gettandole poi nelle discariche e formando cumuli e cumuli di ceneri.
Solo che le piogge finirono col trasportare questi mucchi dalle discariche nei fiumi, contribuendo ad alzare il livello dei fondali dei corsi d’acqua. Il fiume Sakawa fu particolarmente interessato da tale fenomeno, tanto che non solo il fondo si alzò, ma si formarono anche diverse dighe temporanee.
Il 7 e 8 agosto del 1708, poi, ci fu un terribile acquazzone che provocò la rottura delle dighe, l’esondazione del fiume nella pianura di Ashigara e una vera e propria valanga di ceneri e fango.