Almanacco del 11 dicembre, anno 1602: Ginevra respinge un attacco a sorpresa da parte di Carlo Emanuele I di Savoia. La città era il cuore pulsante del calvinismo e quella guerra aiutò a spostare le alleanze sul piano europeo. Il duca cattolico, profondamente innamorato del mestiere delle armi, soprannominato dai sudditi Testa di Fuoco, manifestò un dono raro per quell’età e sfidò le maggiori potenze del tempo.
Figlio di Margherita di Valois, sposa di Emanuele Filiberto di Savoia, era gracile di costituzione, dall’incarnato pallido e dai lineamenti delicati. Non per questo il padre rinunciò a fare di lui un vero cavaliere, e lo fece allenare fino a che non divenne un’abile spadaccino. Divenuto duca nel 1580, a meno di venti anni, capì di dover allearsi con una delle monarchie europee, e già imparentato con la casata francese, sposò un’Asburgo. In realtà Caterina d’Asburgo era figlia di Filippo II e di Elisabetta di Valois, descritta come una gracile ragazza violentemente segnata dal vaiolo.
Nonostante la discendenza diretta, e il suo matrimonio, che sembravano testimoniare all’Europa la sua leale vicinanza alla Francia, fu guerra al cadere delle prime foglie nel 1588. Il duca voleva conquistare il marchesato di Saluzzo allora sotto la protezione dei re francesi. La guerra proseguì tra alterne vicende fino alla sigla di un trattato di pace, che non portò alla fine delle ostilità tra Savoia e Francia.
Carlo Emanuele riprese i contatti con la Spagna suscitando l’ira del sovrano francese Enrico IV, il che rese necessario l’intervento di papa Clemente VIII. Pur egli agendo in qualità di arbitro fallì, e la guerra tra i due parenti riprese, fino a che Enrico IV riconobbe la conquista territoriale a Carlo in cambio della Bresse.
Le campagne militari del duca di Savoia si intensificarono e progettò ben presto di attaccare la città cuore della spiritualità calvinista, Ginevra. L’Escalade, fu una spedizione azzardata che colpì la cittadina l’11 dicembre del 1602, e a prendervi parte era un gruppo di mercenari. Il termine con il quale si ricorda l’impresa deriva dal tentativo degli italiani di scalare le mura della città. Ginevra però resistette e respinse gli aggressori, l’accaduto è ancora oggi oggetto di commemorazione e fonte di orgoglio per la popolazione locale.
L’anno successivo Carlo Emanuele dovette firmare un trattato per garantire la pace con Ginevra, ma continuò le persecuzioni, contro i protestanti all’interno dei propri confini. Non solo, sullo scacchiere internazionale, temendo un avvicinamento della Francia alla Spagna, tentò di reinserirsi nell’orbita francese. Questa visione politica del duca italiano portò alla firma di un trattato con Enrico IV in chiave antispagnola. La spregiudicatezza del duca di Savoia nello sfidare le grandi potenze ci viene raccontata attraverso i suoi estimatori. Mentre la celebrazione delll’Escalade oggi fa parte del patrimonio delle tradizioni viventi Unesco, della Svizzera.