Storia Che Passione
Gotz von Berlichingen

Götz von Berlichingen, blade of Miquella… O forse no, ma la protesi c’era

L’uomo che vedete nella foto in copertina è Götz von Berlichingen e non sfigurerebbe come controfigura di Malenia nel ruolo di blade of Miquella. Se avete giù avuto a che fare con l’Empirea in Elden Ring, probabilmente immaginerete a cosa mi riferisco. Per tutti gli altri, sappiate che il punto di contatto fra i due è che entrambi combattevano con una protesi.

La protesi di Götz von Berlichingen

Gotz von Berlichingen
Crediti foto: @Public Domain

Se avete giocato a Elden Ring, ormai vi sarete abituati a tutto: cavalli/capre capaci di fare doppi salti in aria, pecore rotolanti dagli istinti omicidi, armature più o meno improbabili, draghi… E anche una certa combattente che non veste alla marinara, ma indossa con nonchalance una protesi con cui vi pesterà e distruggerà con totale noncuranza. Ebbene, fra tutte le cose improbabili e poco credibili del videogame dal punto di vista della vita reale, la protesi in realtà è fra quelle storicamente più accurate.

Che il gioco abbia preso ispirazioni a mani basse da diverse culture, è abbastanza evidente nello stile delle armi, delle armature e degli edifici. Ma Malenia non si è inventata niente: la dea della Marcescenza combatte con una protesi esattamente come accaduto a diversi soldati del passato del mondo reale.

E uno fra questi, forse uno dei più famosi per via della sua protesi, fu proprio Götz von Berlichingen. Noto anche come Gottfried von Berlichingen, era un cavaliere tedesco e soldato di ventura.

Nato attorno il 1480 a Berlichingen da una nobile famiglia, suo era il castello di Hornberg. Se il nome vi sembra famigliare è perché Goethe scrisse una tragedia ispirata alla sua vita. La carriera militare del nostro Berlichingen inizia nel 1497 quando entra al servizio di Federico I di Brandeburgo-Ansbach (Ansbach fra l’altro è un nome altrettanto noto per chi gioca a Elden Ring).

Combatté diverse guerre fino al 1500, quando decide di abbandonare l’esercito di Federico I e di mettere su una compagnia di mercenari. Arriviamo così al 1508 quando, assoldato da Alberto IV di Baviera, ecco che durante l’assedio della città di Landshut, perse il braccio destro. In modo anche sinistro: una cannonata nemica ruppe la spada che reggeva con la mano, distruggendo la lama. L’elsa, per via dell’impatto violento, ruotò su stessa in modo tale da amputargli il braccio.

A questo punto verrebbe da pensare che per Berlichingen fosse arrivata l’ora di andare in pensione. Niente di più sbagliato: con l’aiuto di un bravo fabbro e armaiolo, ecco che gli costruirono una protesi di ferro per andare a sostituire l’arto mancante.

Gotz von Berlichingen protesi
Crediti foto: @Public Domain

La protesi in questione la potete vedere ancora oggi esposta nel castello di Jagsthausn. Proprio grazie alla protesi, Berlichingen poté tornare sul campo di battaglia. Anche se si dedicò più che altro ad assalire ricche città, mercanti facoltosi e intervallando il tutto con qualche sequestro di signorotti locali in modo da chiedere il riscatto.

La protesi, come potete vedere, era in pratica un guanto di ferro attaccato al moncone tramite delle cinghie. Inoltre le dita del guanto erano un minimo articolate, in modo da permettergli di stringere il pugno e di reggere una spada in mano.

Fra un sequestro, un saccheggio, un bando in esilio e la partecipazione alla Guerra dei contadini tedeschi (prima guidò i ribelli perché non aveva molta scelta e perché sperava di ridurre gli effetti della ribellione, poi se ne tirò fuori a causa dell’eccessiva violenza), a seguito della vittoria imperiale lo richiamarono a Spira per essere giudicato per le proprie azioni.

malenia

Tecnicamente assolto, ecco che la lega Lega sveva lo chiamò poi ad Augusta millantando un salvacondotto. Arrivato qui per cercare di chiarire le vecchie accuse, fu invece arrestato e imprigionato. Fu liberato solo un paio di anni dopo, dopo che ebbe dovuto giurare di nuovo fedeltà e dopo aver promesso di rimanere confinato nel castello di Hornberg.

Effettivamente rispettò il patto, questo fino a quando nel 1540 l‘imperatore Carlo V non lo affrancò dal giuramento. Ovviamente Berlichingen combattè per lui contro l’impero ottomano di Solimano il Magnifico in Ungheria e poi successivamente durante l’invasione della Francia da parte di Francesco I.

Poi tornò finalmente a casa, mettendo da parte armi e armature. Morì infine il 23 luglio 1562 nel suo castello, dopo essere stato sposato due volte e aver avuto tre figlie e sette figli. E una protesi, non dimentichiamoci dell’amica inseparabile di una vita.