Non so se vi ricordate, ma a gennaio 2024 avevano fatto il giro della rete alcune immagini sonar che si pensava facessero riferimento ai resti sottomarini dell’aereo scomparso dell’aviatrice Amelia Earhart. Ecco, stiamo per darvi un’amara delusione: quelle immagini alla fine raffiguravano qualcosa di ben più banale, un semplice ammasso di rocce. Il che vuol anche dire che ancora non si sa dove siano finiti l’aereo e il corpo dell’aviatrice scomparsa.
Continua la ricerca dell’aereo scomparso di Amelia Earhart
Le immagini del sonar rivelate a inizio 2024 da Deep Sea Vision, società che si occupa di esplorare le profondità dell’oceano, raffiguravano quello che sembrava a prima vista essere un aereo affondato a 4.900 metri di profondità, nell’Oceano Pacifico.
Ovviamente era subito partita un’indagine. Solo che adesso, dopo ben 11 mesi, ha permesso di stabilire che no, quello non era un aereo, bensì un semplice ammasso di rocce che, a causa di un bizzarro senso dell’umorismo della Natura, ha l’esatta forma di un aereo.
Perché si cerca l’aereo di Amelia Earhart? Beh, perché sia il velivolo che il corpo dell’aviatrice sono scomparsi nel corso del loro ultimo volo e nessuno sa cosa sia accaduto. Amelia Earhart è la prima donna che a volare in solitaria attraverso l’Oceano Atlantico. Non paga, cercò poi di bissare il primato diventando la prima donna pilota a volare attorno al mondo.
Ma qualcosa, nessuno sa cosa, andò storto ed ecco che il 2 luglio 1937 scomparve insieme a Fred Noonan, il suo navigatore. L’ultimo contatto con i due fu durante un volo fra Lae, in Papua Nuova Guinea e Howland Island, un atollo corallino nell’Oceano Pacifico centrale.
Earhart e Noonan stavano volando su un Lockheed Electra 10E, un aereo bimotore grande circa quanto un autobus. Solo che dopo quel contatto dei due non si seppe più nulla. Anzi: nessuno ha mai trovato né in resti dell’aereo né quello dell’aviatrice e del suo navigatore.
Arriviamo così alla fine del 2023 quando l’equipaggio di Deep Sea Vision, mentre stava scandagliando i fondali dell’Oceano Pacifico, si imbattè nell’immagine sonar che vedete sopra. L’immagine, scattata a circa 160 km dall’isola di Howard, non solo come zona era compatibile, ma anche come forma. Siamo onesti: assomiglia effettivamente alla sagoma di un aereo. O anche alla lampada del genio di Aladino, ora che la guardo meglio.
Tony Romeo, ex pilota e CEO di Deep Sea Vision, ha spiegato a Live Science che una delle caratteristiche distintive dell’aereo di Amelia erano gli stabilizzatori verticali gemelli sulla coda. E l’immagine sonar mostra una sorta di due echi proprio dove dovevano essere posizionati tali stabilizzatori verticali.
Ma non tutti erano convinti che quell’immagine rappresentasse il relitto dell’aereo in questione. I rappresentati del IGHAR avevano riferito già a inizio anno che il Lockheed Model 10 era stato costruito attorno a una sezione centrale molto resistente, con una sorta di “trave principale” che attraversava la cabina e andava da un motore all’altro.
Per far sì che le ali di un Electra si piegassero all’indietro come mostrato nell’immagine del sonar, tutta la sezione centrale avrebbe dovuto cedere a livello delle giunzioni ala/fusoliera e questo non è possibile. Così, niente da fare: aereo ancora scomparso, ma in compenso abbiamo trovato una roccia dalla strana forma. Per ora tocca accontentarsi.