Fotografia di anonimo, Camera dei Deputati, Palazzo Montecitorio, 2 marzo 1962. Viene presentato il IV Governo Fanfani. Il nome di Amintore è inusuale e altisonante, ben si addice alla figura del politico nostro protagonista odierno. Si tratta di una delle principali personalità della “Prima repubblica” italiana, capo di diversi governi e più volte ministro in diversi ambiti.
La foto del giorno, in particolare, mostra la presentazione del suo IV governo, a diversi anni dai primi due. Nel particolare, il primo governo Fanfani fu nel 1954, il secondo tra il 1958 e il 1959. III e il IV furono invece adiacenti, in totale andarono dal luglio del ’60 al giugno del ’63. Ma con una notevolissima differenza. Per la prima volta ci fu l’astensione socialista al voto di fiducia del secondo mandato.
Si tratta di un passaggio epocale e degno di un’analisi più approfondita che esula dal contesto strettamente politico. Il periodo d’oro fanfaniano corrisponde cronologicamente con quello del Boom Economico Italiano, lasso di tempo latore di grandi sommovimenti economico-sociali. L’aumento del PIL e della disponibilità economica comportava numerose conseguenze riferibili alla classe operaia, ai lavoratori in genere, ai sindacati e, chiaramente, anche alla politica.
In primis si sottolinea che non è possibile disgiungere totalmente il lato economico da quello sociale. Così, dal 1958, con l’istituzione del Ministero della sanità, fino 15 anni dopo, ma anche oltre, si innestò un processo che portò l’Italia verso la formula politica del centro-sinistra. L’unica, probabilmente, in grado di trovare il bandolo della matassa e dominare gli eventi in quel periodo.
Iniziarono allora le grandi riforme della storia post-bellica, molte delle quali sotto il governo Fanfani IV (ma anche nel precedente). Nello specifico parliamo di: istituzione della scuola media unica, innalzamento dell’obbligo scolastico fino a 14 anni, nuovi mezzi per le Università, interventi in agricoltura, nuova spinta all’edilizia popolare e molte altre tra proposte eteree e iniziative concrete.
Provando -in conclusione- ad ampliare il punto di vista, si noterà, tra le righe, un grandissimo cambiamento in atto nella società italiana. Tutte queste congiunture, unite al grande processo di inurbamento dei contadini del sud, portò ad un sempre maggiore peso sociale (e dunque economico e politico) della classe operaia e dei sindacati. Tirando le somme di tutto quanto detto, il centro-sinistra, inorganico e poi organico, fu la risposta probabilmente più sensata per dare una guida a dei fenomeni troppo grandi per rimanere senza un forte timoniere.