Fotografia dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), canale di Suez, Africa settentrionale, 2024. Questo splendido scatto realizzato dall’orbita terrestre ci mostra in tutta la sua magnificenza e semplicità un progetto che ha cambiato, nel bene e nel male, molte cose del nostro mondo. Il Canale di Suez fu un punto di svolta epocale e la sua importanza è difficile da riassumere in poche righe, ma ci proveremo.
Il 17 novembre del 1869 apriva ufficialmente il Canale più famoso dell’epoca che tagliava a metà l’istmo di Suez. La sua paternità è attribuita al francese Ferdinand de Lesseps (promotore anche della costruzione del Canale di Panama, che non riuscì ad ammirare completo prima della sua morte) anche se il progetto è di un italiano: parliamo dell’ingegnere Luigi Negrelli, di cittadinanza, ahinoi, austriaca.
Ma a cosa serviva il Canale? Perché è di importanza capitale? Basta guardare la cartina sottostante e capire come cambiarono le rotte marine dalla sua inaugurazione in poi. Il progetto di Lesseps consentì infatti di evitare la circumnavigazione dell’Africa e di tagliare direttamente per quella via interna. Un risparmio non da poco, ma subentreranno poi altri problemi.
I finanziatori del progetto furono anche e soprattutto esterni alla nazione, in particolare la Francia. Si crearono diversi giochi di interessi incrociati che portarono a molte tensioni. In particolare ricordiamo la Crisi di Suez del ’56, già trattata in separata sede. Tornando ai giorni nostri il problema principale è la pirateria somala, sicuramente non secondaria come questione da affrontare.
Passando attraverso il canale si crea una rotta forzata che passa vicino alle coste somale. Qui, negli anni più recenti, il fenomeno della pirateria è diventato sempre più grande e allarmante. Tra il 2008 e il 2010, secondo le stime, la tratta in questione perse il 20% del volume: il 10% a causa dei pirati somali e il restante 10% per la grande crisi finanziaria del 2008.
Inoltre, il progressivo scioglimento dei ghiacciai rende sempre più praticabile la tratta artica (in immagine comparata qui sopra), principale concorrente di quella passante per Suez. Per circa un mese e mezzo, durante l’estate, le navi affrontano i deboli ghiacci e risparmiano migliaia di chilometri rispetto alla tratta africana. Ciò nulla toglie all’importanza del Canale che garantisce ancora il 7,5% del volume degli scambi mondiali, con ben 78.000 navi di transito medio annuo. Eppure, a guardare questa foto aerea, sembra un piccolo fiumiciattolo…