Cosa vuol dire ”Cataro” e perché questo movimento considerato eretico subì un attacco tanto massiccio? Si tratta di un movimento interno alla Chiesa Cattolica. le radici dei Catari affondavano nel manicheismo o nello gnosticismo. Erano critici nei confronti della gerarchia ecclesiastica, avevano regole molto austere e negavano i sacramenti di cui accettavano solo il Consolamentum, l’estrema unzione. Si trovavano prevalentemente nel sud della Francia ed erano fortemente sostenuti dal conte di Tolosa, un uomo molto potente che al tempo faceva concorrenza al Re per il controllo della Francia. Verso la metà del dodicesimo secolo iniziarono a sviluppare una grandissima influenza sul piano religioso e questo fece scattare il primo campanello d’allarme al Papa.
Papa Innocenzo III, sostenuto dai nobili del nord della Francia e dallo stesso re Filippo II, detto Augusto, proclamò una crociata contro i “puri“, la cosiddetta crociata catara o albigese. A capo del contingente crociato c’era il nobile Simon de Monfort. Come preannunciato il re di Francia aveva un grandissimo interesse nel perseguire questa causa, in quanto la guerra non era tanto per una questione religiosa, quanto più per il controllo della regione di Tolosa.
L’apice della barbarie contro i catari si ebbe con il massacro di Beziers. Nel 1209, i crociati assediarono la città, che era rimasta fedele alla causa catara. Dopo essere entrati in città, decisero di uccidere l’intera popolazione, che si trattasse di catari o meno. Uno dei legati di Roma deve aver esclamato: “Dio saprà quali sono i suoi”.
Gli scontri andarono avanti per anni. Nel 1244, gli ultimi catari si rifugiarono nel castello di Montsegur. I crociati ne catturarono molti e circa 200 finirono sul rogo. Il pretesto religioso significò un aumento significativo dei territori della corona nel sud. Un’altra conseguenza di questa crociata fu la comparsa dell’Inquisizione. Già definita nel Concilio di Verona del 1184, fu nel Concilio di Tolosa del 1229 che vennero stabilite le linee guida per i vescovi per condurre i processi ed emettere le sentenze.