Almanacco del 2 dicembre, anno 1959: alle 21:13 crolla la Diga di Malpasset. 50 milioni di metri cubi di acqua scendo verso la vallata ad una velocità di ben 70 km/h! Un dato che fa impressione e paura, considerando anche l’elevato numero di vittime che da tale disastro scaturirono. Facciamo un giro nella Francia di 60 anni fa e vediamo più da vicino cosa successe.
Ci troviamo nella zona di Var, un dipartimento francese della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra che prende il nome dal fiume omonimo. Per intenderci siamo nel profondo sud-est francese, molto vicini alla Liguria. Lo sbarramento artificiale in questione invece serviva per trattenere le acque del torrente Reyran ed era utilizzato per scopi di irrigazione.
Nel 1954 nasceva dunque questo progetto, ad opera di André Coyne. L’obbiettivo era irrigare la piana nella zona di Frejus ed evitare periodi di secca. L’inaugurazione avvenne in quello stesso anno. Si trattava di un grandissimo progetto ad archi realizzato in calcestruzzo. Evidentemente non ne utilizzarono abbastanza.
Quel 2 dicembre di oramai 64 anni fa qualcosa andò però storto. Alle 21:13 la costruzione non resse più l’ingente pressione idrica. Si scatenò un’onda dalle proporzioni gigantesche, ben 50 milioni di metri cubi di acqua, come detto in apertura, caddero a valle. La città di Malpasset venne colpita dal colosso acquatico; 423 le vittime totali registrate.
Ma perché questo disastro? Cosa concorse alla creazione delle premesse del più grande evento catastrofico dovuto a bacini idrici artificiali dell’intera storia francese? Si trattò di due fattori distinti: in primis tutti i bocchettoni al 1° dicembre erano chiusi per favorire la costruzione di un ponte ferroviario più a valle. Secondariamente, ma non troppo, quella stessa sera piovve a dirotto.
Si arrivò alla sera del giorno dopo, il fatidico 2 dicembre, ad avere livelli di acqua altissimi e, di conseguenza, molto pesanti. Troppo per la costruzione che non resse e liberò tutto il suo potenziale distruttivo. I danni furono circa 68 milioni di dollari statunitensi ma, il dato più impressionante ed importante, è quello tristissimo delle vite perse, già riportato in precedenza.