Leggenda, storia, architettura e complottismo, tutte in un solo racconto. Non lo so, mettiamoci pure la fisica… Ah, già, c’è anche quella. Eccomi tornato con la rubrica più amata da chi la mattina fa colazione con pane e complotto. Oggi sfatiamo una diceria da quattro soldi, alla quale in troppi hanno voluto dare credito. Secondo la suddetta sotto la fortezza di Naryn-Kala, nella città di Derbent, affacciata sul Mar Caspio, si sarebbe trovata una struttura non meglio identificata e perciò, vien da sé, di matrice extraterrestre. Chiaro, no?
Peccato che un luogo così significativo sotto molteplici punti di vista (storico, culturale, artistico, architettonico) debba essere offuscato da storielle simili. La fortezza di Naryn-Kala (termine farsi con il quale si indicava la “rocca soleggiata”) è il simbolo di Derbent, oggi nel Daghestan russo, ma tanto, tantissimo tempo fa crocevia strategico-militare tra le montagne del Caucaso e il Mar Caspio. Costruita nel VI secolo d.C. dai Sasanidi, l’opera difensiva svolgeva una funzione di difesa delicata ed imprescindibile; così importante che si dice fosse stato Alessandro Magno il primo ad idearla e metterla in pratica.
Conoscete la leggenda delle Porte di Alessandro? Secondo il racconto fu il condottiero macedone a costruire l’invalicabile barriera sul Caucaso ad impedimento dei “barbari” settentrionali, i quali avrebbero portato devastazione e scompiglio se avessero attraversato il valico caucasico. La tradizione pone tuttavia un bivio: si può associare la leggenda delle Porte di Alessandro tanto al passo di Derbent quanto al passo di Darial. Quest’ultimo si trova ad ovest ed è il punto di contatto tra Georgia e Russia.
Leggende, come si è detto, visto che la fortezza di Naryn-Kala non è d’epoca ellenistica ma del VI secolo d.C. Ma se in ambito storico si hanno pochi dubbi sulla cittadella, è quello architettonico a destarne di altri. O meglio, fino ad oggi potevano apparire come dubbi, perché recenti ricerche scientifiche quei punti di domanda – unico appiglio per chi vuole vederci forzosamente la mano degli alieni – li hanno spazzati via.
Tutte le problematiche di questo mondo (e chissà, forse anche di qualche altro pianeta…) provenivano da un dato di fatto. Da quando sono state compiute le prime rilevazioni geo-fisiche, nello scorso secolo, gli esperti hanno evidenziato la presenza di una struttura sotterranea alla rocca. Linfa vitale per supposizioni di ogni tipo: c’è chi ha parlato di chiese, templi zoroastriani, grandi serbatoi d’acqua. Ipotesi più o meno valide e, fino a prova contraria, accertabili. Poi sono arrivati loro, col coltello tra i denti e una bibbia raeliana stretta al petto. Arguti pseudo-scienziati dell’ultima ora hanno sostenuto come quelle formazioni artificiali sotto il suolo non fossero che creazioni extraterrestri.
Applied Sciences, rivista sulla quale sono stati pubblicati i risultati della ricerca e che invito a consultare per un approfondimento più tecnico, rivela al mondo la verità unica ed inconfutabile. In buona pace dei complottisti, si tratta invero di una chiesa! Lo si è evidenziato grazie a radiografie muoniche (altresì dette muografie). Per capirci, si tratta della stessa tecnica grazie alla quale si è riusciti a vedere all’interno delle aree inaccessibili della piramide di Cheope o a scorgere la camera magmatica superiore del Vesuvio.
Quindi è grazie alla tecnologia e alla fisica che si è scoperta questa struttura religiosa sotterranea. Gli esperti hanno sottolineato come “La struttura ha una precisa forma a croce ed è orientata secondo i punti cardinali del pianeta. […] con un braccio, forse quello principale, di due metri e mezzo più lungo degli altri”.
La muografia restituisce un immagine precisa dell’edificio. Parliamo di un edificio non più altro di 11 metri, con due braccia laterali (quello orientale è di 15 metri, quello occidentale di 13,4 metri). Al centro della struttura si trova una cupola, di cui una minima parte riaffiorava dal terreno. La stessa sezione aveva fatto credere a lungo si trattasse di un serbatoio d’acqua.
Un’ultima domanda alla quale rispondere ci sarebbe: perché una chiesa dovrebbe trovarsi sotto una fortezza difensiva? La risposta è nella domanda. I sovrani della dinastia sasanide erano storicamente avversi alla fede cristiana, ragion per cui dove arrivarono fecero deporre le insegne di Cristo. Sorte a cui non sfuggì la strategica Derbent. Scusate, è che sentivo puzza di complottismo.