Il concetto di debito odioso appartiene all’analisi economica applicata a quei contesti di interconnessione fra le economie dei vari stati tramite l’istituto del prestito. Per tale motivo, come capirete bene, si confà benissimo anche all’analisi storica. Vediamo allora brevemente insieme di cosa si tratta e dove si ritrova nella storia, insieme a tutti i problemi di vario ordine che generò.
Iniziamo brevemente da una definizione semplice del concetto. Si definisce “debito odioso” una forma di prestito pattuito tra due autorità o enti, specie nel caso delle nazioni o di macroaree geografiche, che non è però utilizzato dal beneficiario per motivi o scopi benefici per la nazione stessa o per il gruppo che rappresenta. Subentrano chiaramente interessi personalistici e moralmente lontani dal “bene comune”.
Un esempio che vi farà capire subito di cosa stiamo parlando è quello inerente ad un dittatore o ad un’autorità malvoluta dal popolo. Se questa figura X (faremo più avanti qualche esempio più concreto) contrae un prestito con un’altra potenza o istituto economico, ma non lo utilizza per il bene della società ma solo per creare un proprio capitale personale e per la propria ricchezza, ecco che ha appena generato un debito odioso.
Scendendo più nei particolari, parliamo di Mobutu Sese Seko, dittatore della Repubblica Democratica del Congo. Nella nazione che lui ribattezzò Zaire, egli instaurò una vera e propria cleptocrazia. Cosa significa? Letteralmente sarebbe “potere basato sul rubare“, e fu quello che fece. A scapito dei suoi stessi cittadini, che prometteva di proteggere, si arricchì moltissimo, peggiorandone le condizioni di vita. I vari debiti che generò erano tutti volti verso il suo portafoglio personale (molto molto ricco).
Come lui, nel corso della storia, furono diversi gli altri casi rammentabili, come ad esempio Marcos, nelle Filippine. Si apre quindi, ogni volta, un problema etico/morale. Ovvero, è giusto restituire questi prestiti, che nessun beneficio arrecano agli abitanti di una nazione, anche quando il regime in questione non esiste più? A primo acchito si direbbe subito di no, ma la cosa non è così semplice, soprattutto se si tratta di cifre nell’ordine dei miliardi di dollari.
A tale proposito i due economisti Micheal Kremer e Seema Jayachandran proposero la creazione di un’ istituzione apposita indipendente che giudichi caso per caso. Ciò eviterebbe inoltre, secondo i due studiosi, altre possibili concessioni di prestiti di siffatta natura e dunque tutti i problemi ad essi collegati. Una questione non semplice su cui fare qualche riflessione anche in autonomia.